Genoa, Schone: "Mi manca l'Ajax, soffro quando li vedo in Champions"
di Redazione
Il centrocampista: "Non ho rimpianti ma qui in Italia è tutto diverso"
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L'impatto di Lasse Schone al Genoa è stato caratterizzato da alti e bassi. Il danese è stato accolto come un vero e proprio campione dai tifosi rossoblu, ma in questa prima parte di campionato le sue prestazioni non si sono rivelate esaltanti. L'ambientamento con la Serie A non è stato facile. Il centrocampista ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano olandese Algemeen Dagblad dove ha ripercorso anche il suo addio all'Ajax: "Mi manca il livello di allenamento e di competizione all'Ajax. Ma era qualcosa che già sapevo sarebbe successo. L’anno scorso forse abbiamo giocato il miglior calcio d’Europa. E quando li vedo giocare in Champions League, un po’ soffro. Ma non ho rimpianti, non voglio vedere questa mia nostalgia come una cosa negativa. Anzi, mi piace”. L’addio è arrivato dopo una conversazione con Ten Hag, che gli ha spiegato che quest’anno avrebbe giocato di meno: “Meglio così, piuttosto che avere a che fare con un allenatore che dice bugie. E poi la scorsa stagione è stata il modo perfetto per chiudere la mia esperienza all’Ajax”.
Schone ha poi parlato della sua esperienza al Genoa e dell'impatto con il calcio italiano: “Siamo davvero viziati in Olanda, perchè gli allenatori ti spiegano tutto. Qui in Italia invece la cultura sportiva ad alti livelli è molto diversa. A Brescia licenziano un allenatore e lo nominano di nuovo dopo un mese. Qua è possibile. E il ritiro? Credono fermamente nella sua utilità. Quando dico che all'Ajax dovevamo essere al club tre ore prima della partita, mi guardano in modo strano. Quando in Italia non sei convocato ti arriva un messaggio, punto e basta. E non devi lamentarti. Ma è un tipo di cultura che non posso e che non voglio affatto cambiare."
Anche l'impatto con la città di Genova non è stato facile: "Se vuoi organizzare qualcosa, devi firmare seicento moduli. Tutto richiede un'eternità. A volte letteralmente sembra di tornare indietro di vent'anni. Ma ha anche di nuovo il suo fascino. Penso che abbia un qualcosa di totalmente diverso dai Paesi Bassi e dalla Danimarca. È il viaggio della scoperta che stavo cercando".
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