Fusione nucleare: uno studio europeo individua i possibili siti per future centrali, inclusa l’Italia

di R.S.

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Lo studio individua sette grandi siti nel Nord, distribuiti lungo l’asse del Po tra Milano, Cremona e Venezia

Fusione nucleare: uno studio europeo individua i possibili siti per future centrali, inclusa l’Italia

Uno studio commissionato dalla società tedesca Gauss Fusion e realizzato in collaborazione con la Technische Universität München (TUM) ha identificato centinaia di potenziali siti idonei a ospitare le prime centrali a fusione in Europa. La mappatura riguarda nove Paesi: Germania, Francia, Italia, Spagna, Svizzera, Danimarca, Paesi Bassi, Austria e Repubblica Ceca.

L’analisi ha preso in considerazione cluster industriali e aree già dotate di infrastrutture energetiche, valutando criteri tecnici, ambientali e logistici come la connessione alla rete elettrica, l’accesso a risorse per il raffreddamento e il recupero del calore, oltre alla possibilità di riconvertire impianti esistenti.

Per quanto riguarda l’Italia, lo studio individua sette grandi hub nel Nord, distribuiti lungo l’asse del Po tra Milano, Cremona e Venezia, territori che combinano industria pesante, capacità di rete e infrastrutture energetiche consolidate. L’area cremonese, in particolare, beneficerebbe della vicinanza a importanti sottostazioni ad alta tensione.

Nel Sud Italia sono stati censiti quindici cluster più piccoli, situati soprattutto in prossimità delle zone costiere e correlati alle aree a più alta densità industriale. Si tratta di macro-zone e non di località puntuali, delineate per rappresentare possibili regioni di interesse per futuri sviluppi nel settore della fusione.

Lo studio contribuisce a delineare la potenziale geografia europea della nuova generazione di centrali a fusione, evidenziando dove potrebbero emergere le prime infrastrutture energetiche di questo tipo.

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