La Spezia, frode fiscale da 9 milioni nel settore calzature di lusso scoperta da Agenzia Dogane e Guardia di Finanza
di Marco Gramigni
ADM e Guardia di Finanza scoprono frode da nove milioni su importazioni di sneakers di lusso dalla Cina tramite triangolazioni per evadere dazi e IVA
Un sofisticato sistema di frode fiscale è stato smascherato dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM) e dalla Guardia di Finanza, che hanno scoperto un meccanismo illecito messo in atto da due società del Nord Italia attive nella commercializzazione di calzature di alta gamma. L’operazione, denominata “Sottocosto”, ha portato alla scoperta di un’evasione di diritti doganali e IVA per oltre 9 milioni di euro.
Le indagini hanno evidenziato che le sneakers prodotte in Cina per due noti brand internazionali venivano importate in Italia tramite lo scalo mercantile della Spezia, sfruttando una triangolazione con importatori esteri con sede a Hong Kong e in Svizzera. Questo stratagemma aveva lo scopo di abbattere il valore imponibile dichiarato alla dogana, riducendo così l’ammontare delle tasse da pagare.
Il sistema illecito consisteva nel dichiarare un valore di merce inferiore a quello reale, corrispondente alle fatture emesse dal produttore cinese all’importatore estero, mentre in realtà la merce risultava già venduta al destinatario italiano a un prezzo più elevato. In questo modo, il carico veniva sdoganato con un imponibile più basso, diminuendo i diritti doganali e l’IVA dovuti.
L’indagine è partita da un controllo su un container proveniente dalla Cina, individuato grazie all’analisi del rischio. L’approfondimento documentale ha rivelato che il metodo fraudolento era stato utilizzato in oltre 280 operazioni doganali a partire dal 2019. Solo nella prima spedizione controllata, la frode aveva permesso un’evasione di circa 7.500 euro, ma la ricostruzione totale ha evidenziato un’evasione complessiva di 8,6 milioni di euro tra dazi, IVA e interessi. Un’altra società attiva nello stesso settore ha adottato lo stesso schema, evadendo oltre 680 mila euro.
L’operazione congiunta di ADM e Guardia di Finanza ha portato all’accertamento di diritti doganali dovuti per un totale di circa 9,3 milioni di euro, di cui 2,3 milioni sono già stati recuperati.
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