Finta aggressione fascista a Genova, Cavo (Nm): “Cinque minuti per scendere in piazza, troppi giorni per prendere le distanze”
di R.P.
Bianchi (FdI): "Pd, Avs e M5S chiedano scusa". Brusoni (Lega): "Salis, inesperienza drammatica, la sua candidatura è un azzardo marcato Pd"
“Leggo, con sempre più amarezza, che la tanto enfatizzata aggressione fascista a Sestri Ponente era totalmente frutto di fantasia. Ero intervenuta nell'immediatezza, quando erano emerse le prime incongruenze nel racconto del sindacalista della Cgil. Avevo fin da subito auspicato che su simili argomenti non ci fosse spazio per leggerezze né per atteggiamenti che avrebbero potuto alimentare il minimo sospetto che fatti di un’eventuale gravità fossero solo frutto di basse strategie elettorali. Mi ero augurata che dopo quell’episodio si moderassero i toni e il 25 aprile diventasse un momento di rispetto reciproco, di condivisione, di unità. Così non è stato. In piazza sono arrivati i fischi al centrodestra da cui il centrosinistra non si è dissociato. Oggi apprendiamo dell’iscrizione nel registro degli indagati del sindacalista per aver ammesso di fronte al magistrato di aver inventato tutto. Nel rispetto del garantismo che ci contraddistingue in ogni occasione, non si può non aspettarsi almeno l'ammissione di un errore da parte di chi, come Silvia Salis, era scesa in piazza, senza neanche approfondire, a protestare contro un'aggressione fascista che non c’è mai stata. Contiamo su una presa di distanze da quanto accaduto che ancora però non arriva. Il tempo scorre velocemente, e, inevitabilmente, crea imbarazzo enorme in chi non ammette l’errore e lo scivolone. Ci ha messo e ci hanno messo pochi minuti a scendere in piazza e troppi giorni per prendere le distanze. Cosa aspettano?”. Così Ilaria Cavo, deputata ligure, candidata alle elezioni comunali di Genova nella lista Orgoglio Genova - Bucci-Noi Moderati.
Interviene anche Alessandra Bianchi, Assessore allo Sport ed al Turismo del Comune di Genova: "La montatura “dell’attacco fascista” dimostra come in città ci sia solo un estremismo ed è quello rosso. Chissà se, anche adesso che le indagini hanno confermato che si sia trattato di una bufala, PD AVS e 5S avranno il coraggio di chiudere gli occhi e voltarsi ancora dall’altra parte. Chiedano invece scusa per il procurato allarme e per aver contribuito ad alzare il livello di tensione in città".
Marta Brusoni, assessore del comune di Genova e ricandidata per la Lega alle elezioni comunali, commenta: “Un buon sindaco verifica sempre i fatti prima di prendere posizione, invita alla prudenza e non all’allarme, considera le ripercussioni delle proprie scelte e, di certo, non cavalca la rivolta né cerca di capitalizzare sulle tensioni. La realtà delle cose e la complessità della sfera pubblica hanno nuovamente svelato l’inesperienza drammatica di Silvia Salis e l’azzardo marcato PD della sua candidatura a sindaco. Salis è stata ancora una volta fuori posto e fuori ruolo: sulle note del disco rotto della “minaccia fascista”, magari dietro suggerimento di qualche ‘volpone’, si è bevuta in un sorso la versione del sindacalista non-aggredito. Il problema però non è la figuraccia in sé. Il problema è che, dando credibilità e visibilità a una mistificazione, è riuscita a danneggiare i lavoratori e la dignità dei loro diritti, contribuendo a minare la credibilità delle loro rappresentanze. I lavoratori sono le vittime, la vera parte lesa, non certo lei o il sindacato. Da assessore alle Risorse umane, credo che questa sia un vero tradimento ai danni di chi si rivolge alle istituzioni e alle rappresentanze per vedersi tutelato, non danneggiato o utilizzato a fini di propaganda.”
L’assessore comunale Francesca Corso e il commissario provinciale della Lega di Genova Renato Falcidia commentano: “Il sindacalista che aveva denunciato un’aggressione fisica ‘di stampo fascista’ a Sestri Ponente ed era stato sostenuto dai responsabili della Cgil e dalla candidata a sindaco del centrosinistra, secondo quanto riferito stamane dai media, è stato iscritto nel registro degli indagati per simulazione di reato. In sostanza, davanti al pm avrebbe ritrattato e ammesso che il ‘fascismo’ e i ‘fascisti’ con quel presunto episodio non c’entrano nulla. Anziché agitare per fini elettorali lo spauracchio del fascismo, che a Genova non c’é, perché senza validi argomenti, gli esponenti della Cgil e del centrosinistra, in primis la loro candidata a sindaco, abbiano l’umiltà di chiedere finalmente scusa ai genovesi. Siano onesti e trasparenti nel riconoscere di avere compiuto un altro grossolano errore nel non avere verificato con cautela i presunti fatti denunciati, né avere atteso almeno le prime indagini degli investigatori della Digos, che avevano tempestivamente riscontrato varie incongruenze nel racconto del sindacalista, prima di chiamare a raccolta la piazza e di urlare all’inesistente ‘pericolo fascista’ nella nostra Città. I genovesi almeno questo se lo meritano”.
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