Fincantieri accelera la crescita fino al 2030, ma il titolo paga il clima geopolitico

di R.S.

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I cantieri di Castellammare di Stabia e Palermo, oggi con produzioni miste, saranno progressivamente destinati esclusivamente alla difesa

Fincantieri accelera la crescita fino al 2030, ma il titolo paga il clima geopolitico

Un piano industriale ambizioso, con numeri in forte crescita, presentato però in una giornata sfavorevole per i mercati. È questa la chiave di lettura della brusca flessione in Borsa di Fincantieri, che ha chiuso la seduta con un calo intorno al 9%, nonostante prospettive economico-finanziarie decisamente positive.

Il contesto ha giocato un ruolo determinante: l’intero comparto europeo della difesa ha registrato ribassi, da Leonardo a Rheinmetall, sull’onda delle notizie relative a un possibile accordo sul piano di pace per l’Ucraina. A pesare sul titolo Fincantieri si è aggiunto anche l’annuncio della proroga, fino a settembre 2030, della scadenza di un finanziamento garantito concesso a Vc Ship Four, società controllata da Virgin Cruises Intermediate. Il prestito, originariamente in scadenza a dicembre 2025 e legato alla consegna di una nave nel 2023, è stato rinegoziato a condizioni migliorative per il gruppo.

Al di là della reazione dei mercati, il Piano industriale 2026-2030 approvato dal consiglio di amministrazione delinea una traiettoria di crescita sostenuta per tutti i principali indicatori. I ricavi sono stimati a circa 11 miliardi di euro nel 2028 e a 12,5 miliardi nel 2030, con un incremento di circa il 40% rispetto ai livelli previsti per il 2025. L’Ebitda è atteso salire a 930 milioni nel 2028 e a 1,25 miliardi nel 2030, quasi raddoppiando (+90%), mentre l’utile netto dovrebbe raggiungere i 220 milioni nel 2028 e i 500 milioni di euro a fine piano.

Nei prossimi anni Fincantieri prevede di raddoppiare la capacità produttiva nei cantieri italiani dedicati alla difesa, di migliorare il posizionamento nei segmenti civili e offshore e di consolidare il ruolo strategico nel settore underwater. In quest’ottica, i cantieri di Castellammare di Stabia e Palermo, oggi con produzioni miste, saranno progressivamente destinati esclusivamente alla difesa. I tronconi per le navi da crociera verranno realizzati all’estero, mentre le unità complete continueranno a essere consegnate in Italia.

Il piano prevede anche un’accelerazione nella riduzione dell’indebitamento grazie alla generazione di cassa e un volume di nuovi ordini superiore a 50 miliardi di euro nell’arco del periodo, con contratti nel settore della difesa già attesi a partire dal 2026. Sul fronte della redditività, l’Ebitda margin è stimato intorno all’8,5% nel 2028 e al 10% nel 2030, con un profit margin rispettivamente del 2% e del 4%.

Tra le direttrici strategiche figurano investimenti mirati per ridurre i tempi di consegna e aumentare il numero di unità realizzabili, lo sviluppo della nave digitale e della transizione energetica e il rafforzamento del comparto underwater, considerato ad alto valore aggiunto. In questo segmento Fincantieri guarda in particolare ai mercati non convenzionali e dual-use, con un mercato globale previsto in crescita da 22 a 43 miliardi di euro entro il 2030.

Nel settore crocieristico, infine, il gruppo conferma la propria leadership mondiale, con una quota di mercato superiore al 49%, un portafoglio ordini di 34 navi e consegne programmate fino al 2036, in un mercato che dovrebbe crescere a un tasso medio annuo del 4,5% tra il 2024 e il 2032.

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