Federagenti chiede un sottosgretario: questione tecnica e pratica, non politica
di Paolo Lingua
Il punto di Paolo Lingua
Federagenti, tramite il presidente Gian Enzo Duci, chiede a gran voce al Governo la nomina d’un viceministro dei trasporti e della logistica al posto del dimissionario Edoardo Rixi. Non è un solo problema di rapporti diretti (sia Duci, sia Rixi sono genovesi) e neppure specifico di partito o di linea politica. La questione è pratica e tecnica. Rixi, prima delle dimissioni provocate da una vecchia denuncia per le cosiddette “spese pazze” quando era consigliere regionale della Liguria, aveva svolto una lavoro molto importante, essendo come ligure ed ex consigliere regionale ed assessore della giunta Toti, come esperto dei problemi dello shipping e dei trasporti marittimi, per non parlare della sua presenza sul territorio a partire dal tragico crollo del ponte Morandi dall’agosto dell’anno scorso. Non solo la Liguria, ma tutta la strategia nazionale del settore ne avverte la mancanza e l’attività. “L’assenza di un riferimento politico in grado di affrontare le tematica del trasporto e della logistica – afferma Gian Enzo Duci, a nome d’una popolo assai attivo di agenti, mediatori e raccomandatari marittimi - è un problema serio anche per noi operatori, ma lo è specialmente per il ministro Toninelli che si trova ad affrontare da solo questioni diversificate e insostenibili per un solo uomo di governo”. Duci sottolinea che siamo in una fase assai delicata di cambiamento a livello internazionale, per cui un ritardo e un errore di intervento possono creare gravi danni economici al nostro Paese.
Il vuoto politico e decisionale può dar vita a danni potenziali i cui effetti potrebbero trascinarsi per anni. Duci ha anche affermato che forse sarebbe possibile un reintegro di Edoardo Rixi, visto che per la legge Severino non sarebbe obbligatorio dimettersi. Ma considerate le opportunità politiche, anche sul piano delle strategie dei partiti al governo, la Federagenti chiede però che il ruolo sia ricoperto al più presto proprio perché sono necessari interventi operativi (Duci adombra due senatori di capacità tecniche conclamate come Mauro Coltorti e Mattia Crucioli sui quali però non vuole insistere per correttezza). Ma insiste perché la decisione sia presa in tempi brevi. Per Duci ci sono molte tematiche che attendono decisioni importanti o comunque analisi che possono dar luogo a strategie operative. Si riflette a tutto campo su alcune considerazioni di macroeconomia: il settore marittimo, i porti, la logistica, con le connessioni che esistono tra i trasporti via terra e via mare hanno bisogno di immediate decisioni strategiche perché ormai i servizi sono una “asse portante dell’economia”. La Federagenti teme blocchi, pause rischiose, rinvii perché oggi, nel nuovo sistema economico mondiale, non si possono perdere battute perché i mercati sono in continua evoluzione. Basterebbe pensare all’evoluzione dei sistemi del Mediterraneo con la ripresa degli scali africani di Tunisia, Algeria e Marocco, per non parlare del dibattito mondiale che coinvolge la ormai mitica “Via della Seta” che corre via terra e via mare, ma pur sempre in stretta connessione. È indubbio che la ripresa dell’Italia, una prospettiva non fantasiosa ma che sta mostrando una reale concretezza, ha bisogno di analisi quotidiane e di interventi quasi giorno per giorno, considerata la spregiudicatezza della concorrenza internazionale. Anche se non lo dice apertamente il presidente Duci teme gli stop and go che in alcune circostanze hanno caratterizzato negli ultimi mesi la politica del governo e in particolare le esitazioni di esponenti del movimento “grillino” ministri inclusi. Accanto a Toninelli non ci sono più personaggi che possono avere il ruolo di un braccio destro operativo come era Edoardo Rixi. Ci vuole insomma un viceministro preparato e decisionista.
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