Eolico offshore, bloccato il progetto Revolution Wind mentre avanza una nuova pipeline del gas

di Andy Woodrook

2 min, 42 sec

L’ordine di stop del Dipartimento dell’Interno ferma i lavori al largo di Rhode Island e Connecticut, tra pressioni politiche e ritorni fossili

Eolico offshore, bloccato il progetto Revolution Wind mentre avanza una nuova pipeline del gas

Secondo quanto riportato dal sito specializzato cleantechnica.com, il progetto eolico offshore Revolution Wind, già completato all’80% al largo di Rhode Island e con la partecipazione del Connecticut, è stato sospeso dal Dipartimento dell’Interno degli Stati Uniti. Il blocco, motivato da “questioni di sicurezza” non meglio specificate, arriva mentre torna in discussione un nuovo gasdotto interstatale, il Project Maple, legato alla canadese Enbridge.

Stop ai lavori – L’ordine di sospensione di Revolution Wind ricalca quello che aveva colpito nei mesi scorsi Empire Wind, il parco eolico offshore sviluppato da Equinor nello Stato di New York. In quel caso, dopo un accordo tra la governatrice Kathy Hochul e la Casa Bianca, i lavori sono ripartiti. Tra i fattori in gioco figurava anche il progetto di gasdotto Constitution, tornato improvvisamente all’attenzione nonostante fosse stato archiviato nel 2020.

Progetti fossili – La vicenda di Revolution Wind si intreccia ora con Project Maple, considerato da diverse associazioni ambientaliste come una riedizione del precedente Access Northeast, proposto e poi abbandonato nel 2017. Il nuovo progetto prevede l’espansione della rete Algonquin Gas Transmission Pipeline, lunga oltre 1.100 miglia, che collega Pennsylvania, New Jersey, New York e New England. Secondo la Conservation Law Foundation, Enbridge punta a sostituire tratti di condotta, aggiungere linee secondarie e potenziare le stazioni di compressione.

Interessi politici – Il ritorno di questi progetti fossili appare collegato anche al quadro politico nazionale. The Guardian ha riportato come la società Barnard Construction, coinvolta nella sostituzione della Linea 5 di Enbridge in Michigan, sia la stessa che ha lavorato al muro di confine voluto da Donald Trump, con donazioni milionarie al suo comitato elettorale. Per gli osservatori, il legame tra pipeline e decisioni federali sulla sospensione dei progetti eolici non può essere ignorato.

Settore eolico – La sospensione di Revolution Wind pesa su un comparto che diversi Stati della costa orientale considerano cruciale per raggiungere gli obiettivi climatici e ridurre la dipendenza da gas e petrolio. Dal Maine alla Carolina del Nord, i governi locali hanno pianificato investimenti in infrastrutture e occupazione legate all’eolico offshore. La Louisiana, pur essendo uno Stato a forte vocazione fossile, ha fornito know-how e cantieristica per la realizzazione del primo parco eolico marino statunitense e, solo l’anno scorso, aveva celebrato con Ørsted e il costruttore navale Edison Chouest Offshore il varo della prima nave dedicata alla costruzione di impianti eolici.

Reazioni locali – Ørsted, il gruppo danese sviluppatore di Revolution Wind, ha confermato di aver rispettato lo stop imposto dal Dipartimento dell’Interno e sta valutando le possibili opzioni. I governatori democratici di Rhode Island e Connecticut, Dan McKee e Ned Lamont, hanno dichiarato l’intenzione di difendere il progetto. Diversa la situazione in Virginia, dove il Coastal Virginia Offshore Wind prosegue regolarmente grazie al sostegno del governatore repubblicano Glenn Youngkin.

Prospettive – La sospensione del progetto non è definitiva, ma mette in luce la vulnerabilità del settore eolico offshore statunitense di fronte alle pressioni politiche ed energetiche. Il peso delle pipeline torna a incidere sulle strategie energetiche di lungo periodo, in un contesto in cui i produttori di gas statunitensi guardano alla Pennsylvania come bacino strategico per l’espansione delle infrastrutture.

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.