Eolico, da Regione Toscana ok definitivo all'impianto di Badia Tedalda
di s.g.
Nelle motivazioni, "assenza di alternative e motivi di rilevante interesse pubblico"
È arrivato il via libera definitivo dalla Regione Toscana al parco eolico di Badia al vento, in provincia di Arezzo. Un progetto che prevede sette aerogeneratori alti 180 metri per una potenza pari a 29,40 megawatt, da installare sulla dorsale appenninica del monte Loggio, nel comune di Badia Tedalda, ma con opere accessorie anche su Pieve Santo Stefano. A darne notizia è La Nazione.
Via libera - L'ok della giunta, con una delibera del 28 luglio, arriva dopo quello della Conferenza dei servizi dello scorso 9 luglio con il voto contrario della Soprintendenza per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, per motivi paesaggistici. La delibera ripercorre l'iter verso l'autorizzazione, sei le Conferenze dei servizi, e anche le conclusioni negative della Valutazione d'incidenza ambientale (Vinca) sui siti appartenenti alla rete Natura 2000 interessati dal progetto. Valutazione che ha portato a "mitigazioni del proponente", la ditta Fera, per gli effetti diretti "connessi alla mortalità delle specie impattabili di chirotteri e di avifauna".
Mancanza di alternative - "In assenza di alternative localizzative percorribili a minor incidenza sui siti Natura 2000 - si spiega - sono state introdotte misure di carattere compensativo aggiuntive". Nonostante ciò la delibera evidenzia come siano presenti le tre condizioni preliminari per la realizzazione dell'opera definite dal Dpr 357/97: mancanza di soluzioni alternative possibili, sussistenza di motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi quelli di natura sociale ed economica e adozione di ogni misura compensativa necessaria a garantire la coerenza globale della rete Natura 2000. Le contrarietà, si legge ancora nella delibera, "sono basate sostanzialmente su aspetti di carattere paesaggistico e di intervisibilità dell'impianto dai territori di competenza".
Possibile stop? - Contro l'autorizzazione della Toscana, la Soprintendenza potrà fare ricorso, tramite il ministero della Cultura, alla presidenza del Consiglio dei ministri, mentre le Regioni Emilia Romagna e Marche oltre a sette locali di entrambe, "potenzialmente interessati agli impatti" e "fortemente contrari al progetto", come si ricorda nella delibera, potranno rivolgersi al Tar della Toscana.
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