Energia solare dallo spazio: la nuova frontiera pulita che lavora 24 ore su 24
di R.S.
Scienziati e aziende guardano all’orbita terrestre per superare i limiti del fotovoltaico tradizionale. Il futuro è nei pannelli solari spaziali
Entro il 2050 potremmo coprire fino all’80% del fabbisogno di energia rinnovabile europea grazie a pannelli solari installati nello spazio, capaci di raccogliere energia solare 24 ore su 24 e trasmetterla alla Terra via microonde. Non è fantascienza, ma una possibilità concreta su cui università, startup e agenzie spaziali stanno già lavorando.
Secondo uno studio congiunto del King’s College London e dell’Università di Xi’an Jiaotong, i pannelli solari spaziali (SBSP) potrebbero ridurre anche del 70% l’uso delle batterie per l’accumulo, accelerando la transizione energetica europea verso lo zero netto. I vantaggi? Nessuna interruzione dovuta a nuvole, stagioni o ore notturne, e maggiore intensità solare: nello spazio si ricevono 1350 W/m², contro i circa 1000 a terra.
Le configurazioni allo studio sono due: una “a parco solare” con pannelli e antenne integrate, e una con specchi mobili (eliostati) che concentrano la luce sul pannello. In entrambi i casi, la trasmissione verso la Terra avverrebbe tramite microonde a frequenze sicure e stabili, tra i 2 e i 5 GHz.
Le principali sfide sono tecnologiche e logistiche: alti costi di lancio, necessità di assemblaggio autonomo in orbita, e efficienza dei materiali. Ma grazie a vettori come Starship di SpaceX e ai test in corso di NASA, ESA e startup come Astradyne, il traguardo potrebbe non essere così lontano.
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