Energia dal ghiaccio salato: una nuova frontiera sostenibile per climi estremi
di R.S.
Congelando insieme acqua e sale, ottenuto un ghiaccio "dopato" capace di sviluppare una carica elettrica molto più intensa rispetto al ghiaccio puro
Un team di ricercatori cinesi ha scoperto che il ghiaccio salato, sottoposto a sollecitazioni meccaniche, può generare una carica elettrica fino a mille volte superiore rispetto al ghiaccio normale. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Materials e condotto dagli scienziati della Xìan Jiaotong University, guidati da X. Wen, S. Shen e G. Catalan.
L’esperimento nasce da un interrogativo semplice: è possibile trasformare il ghiaccio in una fonte di energia? La risposta sembra affermativa, grazie a un fenomeno noto come effetto flessoelettrico, ovvero la capacità di alcuni materiali di generare elettricità quando vengono piegati o deformati. Anche il ghiaccio possiede questa proprietà, ma in forma estremamente debole. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che l’aggiunta di sale può cambiare radicalmente il quadro.
Congelando insieme acqua e sale a diverse concentrazioni, il team ha ottenuto un ghiaccio "dopato" capace di sviluppare una carica elettrica molto più intensa rispetto al ghiaccio puro. In particolare, con una salinità del 25% in peso, il materiale ha raggiunto un coefficiente flessoelettrico compreso tra 1 e 10 microcoulomb per metro, un valore mille volte superiore a quello del ghiaccio comune e un milione di volte superiore rispetto al solo sale.
Secondo lo studio, questo potenziamento sarebbe dovuto alla particolare struttura che si forma durante il congelamento: la soluzione salina tende ad accumularsi lungo i bordi dei cristalli di ghiaccio, creando condizioni ideali per la generazione di carica quando il materiale viene compresso o piegato. Durante la deformazione, infatti, l’acqua salata si sposta da una zona all’altra del cristallo, generando un flusso elettrico.
Anche se siamo ancora lontani da applicazioni immediate, gli autori della ricerca sottolineano come il fenomeno apra scenari promettenti per la produzione di energia in ambienti freddi ed estremi, come i poli terrestri o le lune ghiacciate del Sistema solare esterno. In questi contesti, la possibilità di alimentare piccoli sensori o dispositivi elettronici in modo autonomo e sostenibile rappresenterebbe una vera rivoluzione.
I prossimi studi si concentreranno sull’ottimizzazione del processo e sulla valutazione del potenziale energetico su scala più ampia, ma l’obiettivo è chiaro: trasformare il ghiaccio salato in una risorsa pulita per la raccolta di energia a basse temperature.
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