Emergenza infezione coronavirus: cambia la nostra vita, ma preoccupa l'economia
di Paolo Lingua
Oggi Genova è apparsa più deserta di ieri, a tutte le ore, mentre si sono spente molte luci di negozi ed esercizi in centro e in periferia. Poca gente per la strada, cupa, frettolosa e a testa bassa. E’ fin troppo ovvio che stiamo entrando in un sistema di vita diverso, sempre più ritirato. Sono poche le note di cronaca bizzarre: solo con qualche combriccola di ragazzi che non sembrano reggere il clima di clausura – soprattutto serale – e hanno reazioni infantili con tentativi di sortite e quindi beccati con multe e denunce. L’aspetto più preoccupante, sempre sul piano d’una crisi economica che potrebbe esplodere nel volgere di un mese, è l’annuncio di possibili nuove chiusure.
Gli esercizi commerciali, ma anche bar e ristoranti, sono scesi al di sotto del 50% della loro attività quotidiana ma il giro d’affari potrebbe calare ancora. Anche perché la chiusura di teatri, cinema, luoghi di evasione e di divertimento, di sport e di curiosità culturali contribuisce , con un effetto domino negativo, a diminuire in maniera sensibile il giro degli affari. Per gli operatori piccoli e medi non ci sono filiere di recupero. Ci aspettano giorni e settimane di strade buie di serrande abbassate. Al tempo stesso, leggendo in tempo reale gli ultimi dati, la Liguria non è tra le regioni più tartassate dal virus.
Non sono aumentati i decessi, i colpiti dal virus crescono in termini contenuti, sia per quel che riguarda i ricoverati più gravi e meno, sia per chi è in osservazione o in quarantena nella propria abitazione. Non è però il momento dell’ottimismo superficiale perché il virus potrebbe implodere in maniera esponenziale nel volgere delle prossime settimane e quindi è importante potenziare la recettività specializzata negli ospedali e mantenere, da parte dei cittadini, tutti i comportamenti prudenziali che vengono raccomandati in continuazione. Occorrerà, non si sa ancora sino a quando, procedere giorno per giorno stringendo i denti e trovando, superando ogni nevrosi e ogni frustrazione, nuovi spunti e nuovi interessi nella vita familiare e fuori del lavoro. L’infezione e il virus troveranno poi il loro declino come sembra stia accadendo in Cina, ma è certo che ci saranno pesanti strascichi economici. E questo spiega i timori delle istituzioni, dei sindacati e delle associazioni di categoria. Basteranno i provvedimenti di sostegno alle aziende e ai lavoratori a tappare le voragini e a consentire la ripresa? Le previsioni, considerati tutti i problemi di una economia fragile come quella italiana, non sono confortanti. C’è solo, in Liguria, una sorta di luce di speranza che brilla all’orizzonte, ovvero il ponte che, di giorno in giorno, ricresce che sarà percorribile all’inizio dell’estate. Un modello da imitare per il futuro. Un modello di speranza.
Condividi:
Altre notizie
Da Cingolani a Draghi, in attesa del Pnrr
08/02/2022
Il caos di destra e sinistra
07/02/2022
La gran confusione della politica
04/02/2022
Ariel Dello Strologo: conto alla rovescia
03/02/2022