Elezioni, Toscano (DSP): "Genova non è un parco giochi per palazzinari, ecco la mia sfida per una città dei giovani"
di R.P.
"Destra e sinistra si sono alternate al potere parlando dei giovani ma mai con i giovani. Il risultato è una città che si svuota"

"Genova non è un parco giochi per palazzinari, ma una città che deve tornare a parlare ai giovani". È con queste parole che Francesco Toscano, candidato sindaco per Democrazia Sovrana e Popolare, lancia la sua visione per una Genova radicalmente diversa da quella attuale. Una città che, secondo Toscano, ha smarrito la sua anima e sta progressivamente espellendo proprio quelle energie vitali di cui avrebbe più bisogno: i giovani, le idee, la creatività. "Quando i giovani dicono che la politica non li ascolta, hanno perfettamente ragione», afferma Toscano. «Destra e sinistra si sono alternate al potere parlando dei giovani ma mai con i giovani. Il risultato è una città che si svuota, con spazi pubblici svenduti e un trasporto pubblico calibrato sugli orari degli uffici, non sulla vita reale".
Trasporti: mobilità reale, non promesse elettorali - Il primo punto del suo programma è una critica netta all’attuale gestione dei trasporti urbani. "Chi vive nelle periferie, nei quartieri collinari o nell’entroterra, la sera è abbandonato a sé stesso. Proponiamo un piano concreto di mobilità notturna, con autobus attivi fino a tarda sera, navette nei weekend, e un’integrazione reale tra treni, metro e bus. Tutto con tariffe calmierate per studenti, precari e disoccupati. Non servono milioni, serve la volontà politica".
Spazi pubblici: “Restituire ciò che è stato tolto” - Altro nodo centrale del programma è la restituzione degli spazi pubblici alla cittadinanza. "Abbiamo interi edifici pubblici abbandonati. I privati si prendono piazze, palazzi e moli, mentre ai ragazzi restano solo i centri commerciali. Vogliamo una mappatura immediata degli immobili dismessi, riqualificazioni partecipate, e affidamento a chi voglia farne un uso sociale, culturale, aggregativo". Toscano immagina una Genova in cui ogni quartiere abbia una “seconda casa” per l’arte, la musica, lo studio, il mutualismo. Un modello che contrasti la gentrificazione e valorizzi la comunità.
Lavoro e giovani: “Fermare la fuga di cervelli, creare valore qui” - Tra i temi più sentiti dal candidato c’è quello del lavoro. "Dire ai ventenni che devono emigrare per farcela è un messaggio criminale. A Genova vogliamo fare il contrario: sostenere cooperative giovanili, start-up vere, progetti legati alla rigenerazione urbana, all’ambiente, alla cultura. Usare i fondi comunali per finanziare il futuro, non per alimentare i soliti circuiti clientelari". Toscano propone un modello di sviluppo che premi l’impegno sociale reale: "Le Pro Loco, le associazioni, chi lavora sul territorio con dedizione, anche senza visibilità, meritano attenzione. I finanziamenti devono essere trasparenti e basati su verifiche e monitoraggio, non sulle conoscenze personali".
Industria e competenze: “Unire generazioni, non metterle in competizione” - Nel mirino anche la gestione del lavoro industriale, con un riferimento diretto a Fincantieri. "Abbiamo operai esperti che potrebbero formare i giovani, ma vengono messi da parte. Intanto, giovani e lavoratori stranieri vengono sfruttati in un sistema che spinge i salari verso il basso. Serve una sinergia: riconoscere i saperi degli anziani, valorizzare le energie nuove, formare e integrare per costruire un’economia cittadina solida".
Una sfida oltre il voto - "Non promettiamo miracoli, promettiamo conflitto – afferma Toscano - Conflitto contro il cemento inutile, contro l’abbandono delle periferie, contro la svendita della città. Ma anche proposta, visione e futuro. Vogliamo che restare a Genova sia una scelta di vita, non una condanna. Una città che attrae chi vuole costruire, non solo servire ai tavoli».
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