Elezioni, Miselli (Vince Genova): "Rigenerazione urbana tra architettura e politica per la Genova del futuro"
di Carlotta Nicoletti - Matteo Cantile - Stefano Rissetto
Già presidente dell'Ordine degli architetti, il professionista si candida come civico a sostegno di Piciocchi
Riccardo Miselli, architetto, già presidente dell'Ordine professionale, si candida a sostegno di Pietro Piciocchi nella lista civica Vince Genova. In un intervento a TgnToday spiega perché.
"È stato un passaggio di cuore, seppur insolito. In questi anni ho compreso quanto l’architettura e il ruolo sociale dei professionisti possano essere un valore aggiunto nei processi decisionali della politica. Come presidente dell’Ordine degli Architetti ho potuto avvicinarmi a percorsi virtuosi dell’amministrazione, e come libero professionista ho partecipato a progetti inseriti in dinamiche urbane significative."
"L’architettura, di per sé, è già un atto politico: media tra istanze, risolve conflitti, crea coesione. Portare questa sensibilità nei processi amministrativi può anticipare e indirizzare meglio certe scelte."
"La rigenerazione urbana non è solo edilizia, ma un processo di riattivazione sociale e territoriale. A Genova, città storicamente costretta a rigenerarsi più che a espandersi, questo concetto è quasi strutturale. Pensiamo a via Garibaldi, piazza De Ferrari, via Venti, Piccapietra, la Facoltà di Architettura: sono tutti esempi di rigenerazione urbana."
"Genova è un palinsesto urbano: una sovrapposizione di elementi che convivono, anche nelle loro differenze e, talvolta, nella loro bruttezza. Il punto non è solo l’estetica, ma la capacità di superare il test del tempo."
"Il problema di molti interventi urbani non è l’estetica in sé, ma la mancanza di connessioni urbane. Penso ad esempio al Centro dei Liguri o ai Giardini di Baltimora: nati con l’intento di collegare aree strategiche della città, oggi sono rimasti irrisolti."
"Con Pietro Piciocchi abbiamo avviato un ragionamento su un concorso di architettura per riqualificare i Giardini di Baltimora e le connessioni con l’area. Quel punto sarà la porta d’accesso alla città, anche in vista dell’uscita del tunnel portuale. Serve una riflessione profonda anche su piazza Dante, nodo irrisolto di autorimesse, posteggi e qualità urbana."
"Non è solo questione di bellezza. L’edificio di Sottoripa, ad esempio, va valutato per le sue relazioni con il contesto e le dinamiche sociali che attiva. I problemi sono spesso di natura sociale, urbana, ambientale e legati alla sostenibilità."
"I nuovi spazi, come la piazzetta di Caricamento, vanno giudicati nel tempo. Oggi sembrano ‘freddi’, ma col tempo possono integrarsi nel paesaggio. Gli alberi cresceranno, l’uso sociale modificherà la percezione."
"La SkyMetro non è un ecomostro. Anche in epoche non sospette, mi sono espresso a favore dell’opera. Ha portato luce su un quartiere dimenticato come Marassi, riattivando temi fondamentali: lo stadio, gli spazi aperti, le connessioni."
"Il caso dell’edificio Firpo, che conosco bene, è emblematico. Non è un capolavoro architettonico, ma se la sua demolizione permette una ricollocazione più funzionale, va considerata positivamente."
"La polemica mediatica sulla SkyMetro, secondo cui non ci sarebbe stato un progetto o sarebbe stato superficiale, è stata ingiusta e irrispettosa nei confronti dei progettisti e dei tecnici coinvolti. Sono processi complessi, articolati, che coinvolgono istituzioni e stakeholder."
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