Toti presenta il simbolo di Cambiamo, Forza Italia: "Espulso chi aderisce"
di Redazione
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La risposta del governatore: "Si espellono da soli". E cinque parlamentari dicono no
Nel giorno in cui Giovanni Toti pubblica online il simbolo del nuovo movimento "Cambiamo!", fondato dal governatore ligure, arriva una nota del coordinamento di Forza Italia in cui si annuncia l'espulsione di chi vi aderirà.
"Il coordinamento di presidenza di Forza Italia prende atto della costituzione dell'associazione Cambiamo, promossa da Giovanni Toti, che nasce su presupposti divisivi e con finalità totalmente incompatibili e inconciliabili con l'iniziativa politica di FI. Si ritiene quindi che i dirigenti di FI che abbiano partecipato alla costituzione dell'associazione Cambiamo o che in futuro decidano di aderirvi debbano considerarsi decaduti dai loro incarichi in FI". Si attiverà quindi "l'espulsione" di chi aderisca a Cambiamo.
"Si ritiene quindi che, obbedendo a un principio di lealta' e trasparenza, i dirigenti di Forza Italia che abbiano partecipato alla costituzione dell'associazione "Cambiamo" o che in futuro decidano di aderirvi debbano considerarsi decaduti dai loro incarichi in Forza Italia, anche per quanto riguarda gli incarichi nei gruppi parlamentari. In assenza di iniziative autonome e nel presupposto della totale incompatibilita' con "Cambiamo" saranno inoltre immediatamente attivati gli organi statutari per l'espulsione da Forza Italia di chi ha aderito o aderira' all'associazione", conclude la nota di Forza Italia.
Il simbolo è stato pubblicato sulla pagina di Fb di Toti, in cui si legge: "Un sole arancione che guarda al futuro: ecco la prima bozza del simbolo di “Cambiamo” a cui stiamo lavorando. Nelle prossime ore, anche grazie ai vostri suggerimenti, ci sarà la versione definitiva. Ma anche in questo caso vogliamo fare tutto insieme, passo dopo passo. Prestissimo, con il vostro aiuto, saremo pronti a dare il nostro contributo ovunque, nei comuni, nelle regioni, in Italia, per un centrodestra nuovo, con facce nuove, idee nuove. Ci stanno già arrivando tantissimi messaggi sulla mail ? comitatocambiamo@gmail.com , scriveteci qui per partecipare alla nostra avventura! Pronti a cambiare davvero l’Italia ?".
"Il problema di Forza Italia è che resti qualcuno, altro che espulsioni". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti via fb commenta l'annunciata espulsione da Forza Italia di chi aderirà al neonato movimento politico 'Cambiamo' da lui fondato. "Forza Italia ormai non finisce più di stupire. Dopo aver perduto milioni di elettori e simpatizzanti, centinaia di amministratori, dopo aver chiuso a ogni ipotesi di serio cambiamento, ora dà il via anche alle espulsioni per chi aderisce al nostro progetto. Evidentemente il cambiamento fa paura. In Forza Italia non solo non si cambia: stesse facce, stesse persone a decidere, stessa linea che ci ha fatto perdere due elezioni di seguito, ma chi alza un sopracciglio si accomodi fuori in fretta, meno siamo, meglio stiamo. Non si rendono conto che sono gli elettori ad espellere loro dal futuro e la corsa ad accaparrarsi l'ultima poltrona tra le poche rimaste finirà presto, dato anche il momento politico", commenta Toti.
Cinque parlamentari di Forza Italia dicono 'no' alla nota del coordinamento di presidenza del partito che annuncia l'espulsione di chi aderirà al movimento politico 'Cambiamo' fondato da Giovanni Toti. Sono i senatori Paolo Romani, Luigi Vitali e Massimo Berutti e i deputati Alessandro Sorte e Stefano Benigni che hanno reso pubblica la loro posizione. "Il progetto di Toti non contrasta con le finalità di Forza Italia, all'interno della quale si continua ad agire evitando ogni dibattito e confronto politico, ma solo esercitando diktat sulla base del principio della convention ad excludendum", scrivono.
"Un partito che dimentico ormai delle finalità, delle prerogative fondamentali, delle regole democratiche e delle procedure di qualsiasi movimento politico, ragiona solo in termini di poltrone, incarichi ed esercita solo miseri sfoggi di potere tutto interno. Le espulsioni figlie di una cultura bolscevica hanno portato sempre scarsa fortuna a chi le ha promosse. Abbiamo cercato di scalare il muro della chiusura e della conservazione. Ma i muri, ci insegna la storia, prima o dopo cadono se sono eretti solo per la difesa di una nomenklatura fuori dal tempo", concludono.
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