Ecco il segnale che Stankovic e i tifosi aspettavano: la Samp è viva e può ancora sperare

di Claudio Mangini

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Ecco il segnale che Stankovic e i tifosi aspettavano: la Samp è viva e può ancora sperare

Lo aspettavamo. Ci speravamo e ci credevamo. Ci speravano e ci credevano i tifosi della Sampdoria. Ed eccolo, il risultato che tiene viva la fiammella, la alimenta, le dà forza. «Una miccia», lo ha definitivo Manolo Gabbiadini, l’uomo partita, quello che quando sta bene ed è ispirato è capace di trascinare la squadra verso l’impresa. Tre gol della Sampdoria a Marassi, dove la siccità realizzativa era diventata cronica, tre punti per sperare ancora, lasciare l’ultimo gradino, fermare il Verona, avvicinarlo e poter continuare a giocare con un obiettivo, seppur difficilissimo da centrare. Perché stavolta non c’erano alternative: non vincere avrebbe significato chiudere qualunque discorso definitivamente e irrimediabilmente.

Non è stata la partita perfetta. C’è voluta fatica e pazienza, perseveranza, all’inizio per prendere il comando della gara. Non è stato facile fino al gol del vantaggio, e dopo la Sampdoria ha meritato, ha fatto piccolo il Verona, lo ha tenuto in scacco e ha meritato il raddoppio con un gol da incorniciare ancora griffato Manolo, il bis. Ma poi, tornati in campo dopo l’intervallo, la Sampdoria ha sofferto, ha arretrato il baricentro, fino ad arrivare, forse per un eccesso di prudenza, ma con la solita carenza di soluzioni alternative, a una difesa schierata con una linea a cinque, con Murru e Amione esterni e Gunter, Nuytinck (gigantesco stavolta, purtroppo assente per squalifica sabato 2 all’Olimpico) e Murillo centrali. Nel finale è subentrata la paura, con una decina di minuti in cui la palla riconquistata non veniva più giocata ma solo allontanata sotto l’assalto imperfetto ma fruttuoso – gol di Faraoni all’88’ – del Verona. Fino al contropiede perfettamente gestito all’ottavo minuto di recupero, con una volata fantastica di Jesé e l’assist per Zanoli, il ragazzo che, se la Sampdoria non fosse in questa situazione societaria, bisognerebbe fare di tutto per tenere a Genova almeno un’altra stagione.

Un 3-1 meritato che spezza la lunga striscia di partite senza risultato pieno a Marassi. Il Var che, finalmente, non fa torti alla Sampdoria, con due gol giustamente annullati per fuorigioco. La Sud che può abbracciare i suoi generosi beniamini ed esplodere di gioia, Stankovic che si fa il segno della croce e guarda il cielo dopo l’1-0 e, alla fine, corre a perdifiato verso la gradinata Sud, Gabbiadini che festeggia con i due figli in campo e Zanoli che riceve l’abbraccio del padre all’uscita dello stadio. Bel modo di festeggiare la Festa del papà. Bel modo di dire, anzi ribadire: noi ci siamo e non molliamo.

«Era uno scontro diretto e ha dimostrato una cosa, siamo ancora vivi», dice Gabbiadini, in campo con la fascia di capitano. «Come ci giriamo, vediamo le difficoltà intorno a noi, ma se vedete come lavoriamo non sembra che stiamo lottando per sopravvivere. Questa vittoria ci dà serenità. Continuiamo a sognare, partita dopo partita», dice Stankovic. Stavolta la sindrome da pressione costante non ha procurato danni, stavolta il sipario è calato sull’immensa gioia liberatoria dopo la paura. Bisognerà provare a sopportare lo stress continuando a giocare ad handicap. Dejan Stankovic giustamente non fa tabelle, perché non avrebbe senso farne. Si vive alla giornata e, al massimo, si può cercare di procedere per step, per gradini da affrontare. Da qua a Pasqua, dopo la sosta, la Roma sull’orlo della crisi di nervi e senza Cristante, Mancini, Ibanez e Kumbulla, squalificati, all’Olimpico domenica 2, un’ora dopo la fine di Spezia-Salernitana, poi la Cremonese a Marassi il sabato di Pasqua. Gare da far fruttare per continuare a sperare, come ha detto, Stankovic, per provare a spostare in avanti l’ora della verità. Poi, un’altra accoppiata da cui provare a ottenere il massimo: Lecce in trasferta e Spezia in casa. Più in là non serve guardare.

La Sampdoria è ammaccata ma viva, ha ritrovato il suo uomo gol, sta trovando individualità in grande crescita di rendimento (Nuytinck e Zanoli sono la punta dell’iceberg, ma, pur fra luci e ombre, anche Djuricic e Cuisance stanno salendo di rendimento. La Sampdoria è compatta, «una famiglia», l’ha definita Manolo. Quello che succede intorno entra nello spogliatoio, non potrebbe essere altrimenti. Ma Stankovic è riuscito a compattare un gruppo che, a vederlo giocare, regala la gioia dell’orgoglio e della dignità. E’ un piccolo grandissimo miracolo. Si aspettano buone notizie anche sull’altro fronte, quello della crisi societaria, dove l’impegno di Marco Lanna&C. non basta. Ci vogliono interlocutori convinti e credibili.