È una Samp che commuove, contro la Juve punto strameritato

di Claudio Mangini

3 min, 31 sec
È una Samp che commuove, contro la Juve punto strameritato

Gli aggettivi, in certe occasioni, contano. Commoventi (riferito ai giocatori) o commovente (riferito alla prova di squadra) è l’aggettivo scelto da un amico per definire la prova sampdoriana contro la Juventus. Per la precisione: l’amico è molto sampdoriano, ma anche molto lucido e capisce parecchio il calcio. Ci si può essere commossi, lunedì sera, o emozionati, perché la Sampdoria ha preso il pareggio che voleva prendere, lo ha costruito, meritato, difeso e portato a casa. Ma la sostanza era quella: una squadra che lotta, soffre, specula (sì, anche) e strappa il punto che voleva e che è strameritato, visto che per 50 minuti la partita l’hanno fatta quelli con la maglia blucerchiata colpendo uno sfigatissimo legno sotto la traversa con rimbalzo fuori. Cinque mesi fa non sarebbe successo. Perché la Sampdoria del Giampaolo 2021-22 o azzeccava la partita perfetta o non riusciva a starci dentro, alla partita, lottandola, arraffandola, magari rubacchiandola e mettendola in cassaforte.

Non ci riusciva almeno fino a quando Giampaolo non ha avuto l’illuminazione tattica e ha fatto di necessità virtù disponendola con il 4-5-1 di fine stagione.
L’altra sera, contro la Juventus, la Sampdoria ha fatto gioco e non stucchevole possesso palla, ha sofferto per un quarto d’ora nella ripresa e si è poi assestata gestendo l’emergenza dell’assalto finale della banda Allegri. Al resto, una parata (una!) decisiva ha pensato Audero. E, più la Juve pressava, più Allegri infilava in partita uomini dalla panchina, più la Sampdoria aveva capacità (e malizia) di spezzare il ritmo, rallentare, fare il suo gioco. Faites vos jeux, appunto.
Sul piano individuale, prestazione gigantesca di Colley: memorabile un suo recupero su Vlahovic, nei minuti finali, risoltosi, in un fazzoletto di tre metri, con sorpasso, anticipo e uscita palla al piede. Leris, protagonista del precampionato ma su toni grigi all’esordio, ha giocato una partita di lucidità ed efficacia, con un grandissimo senso della posizione e dei movimenti. El General Rincon ha sofferto, dato equilibrio, sbrogliato situazioni. Di Audero s’è detto. Augello si è fatto anticipare pericolosamente in un’occasione ma ha dato un grande apporto in fase di manovra offensiva, Ferrari era dove doveva e Djuricic cresce, Bere ha giocato da capitano e l’altro capitano, quando è entrato sembrava avesse 25 anni non 40. E poi basta elogi ai singoli. Perché la differenza  sta nel collettivo, nel progetto-Giampaolo cresciuto e messo a punto, anche se – in occasioni diverse – sarà opportuno poter attaccare con 2 punte e disposizioni in campo differenti, ma di questo ci sarà tempo per parlare.

La Sampdoria ha iniziato il campionato come doveva – derubata di un risultato utile contro l’Atalanta e meritatamente imbattuta contro la Juventus – anche se, magari, non nella situazione che si augurava Giampaolo. Che ha una squadra corta, al momento, tanto che l’esterno Depaoli è stato costretto a entrare remando come poteva in mezzo al campo nel finale. Sarebbe bastato avere Trimboli…. ma gli infortuni accadono, vanno messi in preventivo e tamponati, appunto, con una rosa adeguata. Il tecnico lo ha sottolineato, al solito con toni garbati ma chiari. Non piange, non manda messaggi trasversali: espone. Chi di dovere (la società), poi, deve risolvere.

E qui siamo alle considerazioni finali, al momento. Il cambio di proprietà oggi non sembra dietro l’angolo. Cerberus-Redstone che, qualche settimana fa, si riteneva a un passo, hanno rallentato. Pare ci sia un’altra offerta made in Usa. La manifestazione d’interesse del gruppo Mincione, al momento, è da decodificare. Ancor pù quella dell’imprenditore Di Silvio, di cui vanno capite le modalità dell’offerta, la presenza del presunto investitore arabo e, insomma, in sintesi l’affidabilità. A questo gruppo è legato uno dei grandi ex Samp, Ivano Bonetti, e forse un altro, il cui solo nome fa brillare gli occhi ai tifosi: Gianluca Vialli. Se c’è lui, è una garanzia, dice il tifoso sampdoriano. La trama è intricata, il finale non è ancora alla prossima pagina.