È morto Alberto Franceschini, fondatore delle Brigate Rosse: fu protagonista del rapimento Sossi a Genova
di M.C.
Deceduto a Milano l'11 aprile, la notizia diffusa oggi ricorda il suo ruolo chiave nel sequestro del magistrato genovese nel 1974

È stata annunciata la morte di Alberto Franceschini, uno dei fondatori delle Brigate Rosse e protagonista del rapimento del magistrato Mario Sossi a Genova nel 1974. Franceschini si è spento a Milano l'11 aprile 2025 all'età di 77 anni, ma la notizia è stata resa pubblica solo ieri sera.
Origini brigatiste – Nato a Reggio Emilia nel 1947, Franceschini fu tra i principali artefici della nascita delle Brigate Rosse insieme a Renato Curcio e Margherita Cagol. L'organizzazione, ispirata a ideologie marxiste-leniniste rivoluzionarie, inaugurò in Italia una lunga stagione di violenza politica caratterizzata da attentati, rapimenti e omicidi.
Il sequestro Sossi – Il nome di Franceschini resta particolarmente legato al rapimento di Mario Sossi, sostituto procuratore della Repubblica a Genova, avvenuto il 18 aprile 1974. Sossi era stato il magistrato che aveva condotto il processo contro il gruppo extraparlamentare "XXII Ottobre", attivo nel capoluogo ligure. Per le Brigate Rosse, colpirlo significava lanciare un chiaro messaggio contro le istituzioni dello Stato.
Le modalità del rapimento – Il commando brigatista bloccò l'auto di Sossi mentre si recava al lavoro, sequestrandolo con un'azione militarmente organizzata e trasferendolo in un covo segreto. Durante i 35 giorni di prigionia, le Brigate Rosse chiesero la liberazione di otto detenuti legati al "XXII Ottobre" in cambio della vita del magistrato.
La gestione della crisi – Il governo italiano mantenne ufficialmente una linea di fermezza, pur con discussioni interne e sospetti di contatti informali tra emissari e terroristi. La vicenda suscitò un'intensa ondata emotiva nell'opinione pubblica, con manifestazioni e appelli per la liberazione del magistrato.
La liberazione di Sossi – Il 23 maggio 1974, Sossi venne rilasciato a Milano senza che venissero accolte formalmente le richieste delle Brigate Rosse. Tuttavia, il contesto ambiguo del rilascio alimentò per lungo tempo dubbi sull'effettivo svolgimento delle trattative.
L'arresto di Franceschini – A settembre dello stesso anno, Alberto Franceschini fu arrestato a Torino insieme a Renato Curcio e ad altri membri di spicco dell'organizzazione. Processato, venne condannato per numerosi reati di terrorismo, tra cui il sequestro Sossi e l'omicidio di due militanti del Movimento Sociale Italiano a Padova.
Gli anni successivi – Dopo aver scontato 18 anni di carcere, Franceschini uscì definitivamente nel 1992. Si trasferì a Roma, collaborando con l'ARCI e prendendo parte a iniziative culturali e sociali, offrendo una riflessione critica sulla deriva armata degli anni Settanta.
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