Dodici caselle e un equilibrio delicato, così nasce la giunta Salis
di Roli
La nuova sindaca e i partiti sono al lavoro per costruire la squadra che dovrà governare Genova per i prossimi cinque anni

Alessandro Terrile, Cristina Lodi, Massimo Ferrante, Rita e Filippo Bruzzone, Francesca Ghio: sono solo alcuni dei nomi che nelle ore post elezioni hanno cominciato a circolare tra i giornalisti sulla possibile giunta Salis, tra ipotesi, conferme a metà e la voce unanime che è arrivata dagli esponenti dei partiti, quel "decide Silvia" che fa capire come dal mondo politico arriveranno al massimo delle proposte, senza il groviglio di veti incrociati che hanno caratterizzato la primissima fase della campagna elettorale fino alla scelta di candidare Silvia Salis a sindaca di Genova.
Pesi e contrappesi - La prima cosa fondamentale da capire, e su questo i partiti avanzeranno qualche pretesa in più, riguarda il numero di caselle che ciascuna lista potrà occupare. L'esito elettorale impone che almeno la metà dei 12 slot (undici assessori e un presidente del Consiglio Comunale) vadano al Partito Democratico, che per questo potrebbe dover indicare il o la presidente del Consiglio. I partiti più piccoli infatti preferirebbero optare per ottenere uno o due assessori, ruoli con un indirizzo politico forte e non di garanzia. Tre dei sei posti rimanenti in giunta verrebbero divisi tra le altre forze politiche, con due assessori ad Alleanza Verdi e Sinistra e uno al Movimento 5 Stelle, che salvo stravolgimenti porta già il nome dell'ex eurodeputata Tiziana Beghin. Per Avs invece circolano principalmente tre nomi: quello della consigliera comunale uscente e prima nelle preferenze Francesca Ghio e della terza in preferenze Francesca Coppola (architetta, per lei si pensa quindi all'Urbanistica), entrambe in quota ai Verdi; lato Sinistra Italiana invece il nome forte sembra essere quello di Emilio Robotti (avvocato, per cui si ipotizza una delega alla Sicurezza, uno dei grandi temi della sua campagna) , che però non è entrato in consiglio. Dall'interno del partito però circola anche la voce che tra i nomi proposti alla neo sindaca ci siano alcuni tecnici di area che potrebbero sparigliare ulteriormente le carte.
I nomi degli ultimi tre assessori arriverebbero dalle due liste civiche. Il risultato elettorale ha chiaramente premiato la lista Silvia Salis Sindaca che si è piazzata al secondo posto dopo il Pd nel centrosinistra, mentre la lista riformista ha ottenuto meno del 3%. Il nome della segretaria regionale di Azione Cristina Lodi come possibile assessora al Sociale circola da ben prima del voto, anche in virtù della rinuncia alla candidatura per aiutare la lista dall'esterno. In consiglio però Riformiamo Genova con Silvia Salis ha ottenuto un solo seggio, andato a Marialuisa Centofanti e quindi in quota ad Azione: questa combinazione quindi comporta l'esclusione di Italia Viva dalla maggioranza in consiglio. Per ovviare a questa situazione la soluzione potrebbe essere quella di riservare un posto in giunta alla coordinatrice cittadina di Italia Viva Arianna Viscogliosi, a scapito dell'altra lista civica e di eventuali figure esterne che Salis avrebbe potuto voler introdurre. Già, l'altra lista: il primo nelle preferenze è Filippo Bruzzone, che con Erica Venturini (terza e quindi entrata in consiglio) ha formato una base consistente di voti targati Linea Condivisa, che peraltro ha eletto consiglieri in tutti i Municipi eccetto il IX Levante. Tradotto: Gianni Pastorino potrebbe chiedere un posto in giunta proprio per Bruzzone o, dall'esterno, per Rossella D'Acqui (ex direttrice scientifica di Arpal, potrebbe sciogliere il nodo legato all'ambiente), che la lista aveva anche proposto come candidata sindaca per rompere gli indugi della coalizione. Così le caselle sarebbero tutte occupate ma resterebbero fuori dai giochi Silvia Pericu, capolista della civica più legata a Silvia Salis (anche per lei si parlerebbe di Urbanistica); Laura Sicignano, a lungo vociferata come possibile assessora alla Cultura ma non entrata in consiglio, e Maurizio Conti, il professore di Economia Politica dell'Università di Genova che ha contribuito alla stesura del programma e che quindi potrebbe essere anche chiamato a far parte della squadra che andrà a realizzarlo. Sembra difficile che sia lui che Silvia Pericu rimangano fuori dai giochi: a vacillare a quel punto sarebbe il posto di Arianna Viscogliosi.
E il Pd? - Ad oggi le possibilità che Alessandro Terrile non diventi vicesindaco sembrano veramente ridotte al lumicino. Per lui sono state prospettate una moltitudine di deleghe pesanti che mal si sposano col concetto di distribuzione equa dei ruoli fissato dalla sindaca, anche se al momento non è chiaro chi potrebbe assorbirle. Si tratta ovviamente del Porto, data l'esperienza ora al termine di amministratore delegato in Ente Bacini, ma anche Bilancio e Partecipate.
Gli altri nomi che circolano nel Pd sono quelli dei più votati: Davide Patrone, campione di preferenze tra i dem, sembra destinato a confermarsi nel ruolo di capogruppo, mentre sono più caldi i nomi di Massimo Ferrante, per cui si parla di Protezione Civile e Lavori Pubblici, e Rita Bruzzone con l'ipotesi di una delega al Personale. L'ipotesi Ferrante prende quota soprattutto perché risulta il più votato nella corrente di minoranza del partito, a cui appartiene anche un'altra papabile assessora ovvero Vittoria Canessa Cerchi. Per la presidenza del consiglio invece circola insistentemente il nome di Claudio Villa ma rimane l'ipotesi Rita Bruzzone, che ha già svolto il compito di vicepresidente nel passato ciclo amministrativo dopo l'addio di Alberto Pandolfo, eletto in Parlamento. Sembra più difficile che qualcuno degli eletti in Regione a fine ottobre possa approdare a Palazzo Tursi.
Ostacoli e possibili punti critici - In tutto questo giro di nomi c'è un'ulteriore complicazione: la norma creata per le "quote rosa" impone che ogni sesso non venga rappresentato in proporzione inferiore al 40%. Il calcolo è semplice: gli uomini, che in questo caso appaiono in netta minoranza, dovranno essere almeno 5 e anche su questo si dovranno basare le valutazioni della sindaca.
Ci sono poi altri punti critici di matrice politica. L'assessorato all'Ambiente potrebbe essere una delle bucce di banana su cui rischia di scivolare la maggioranza: a livello nazionale tra le forze che compongono la coalizione le distanze sono siderali ci potrebbero essere meno riflessi sul locale, come testimonia il fatto che il campo larghissimo in campagna elettorale ha retto piuttosto bene alla prova termovalorizzatore. Ad oggi però la chiusura del ciclo dei rifiuti e l'aumento della raccolta differenziata sono temi rilevanti, che potrebbero portare a scelte drastiche. Più critico potrebbe essere l'assessorato alla Mobilità, soprattutto dopo le dichiarazioni di Silvia Salis a Genova24 sulla possibilità, a scolmatore attivo, di "allargarsi sul Bisagno e non toccare la strada" con lo Skymetro, con l'ipotesi tram che appare sempre più lontana. Salis ha spiegato che intende anche richiedere al ministero di prorogare i tempi della gara per l'assegnazione alle imprese, in modo da poter modificare il tracciato e ripartire quindi con l'iter complesso di approvazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, la Valutazione d'Impatto Ambientale Regionale (che si chiuderebbe oggi) e la conferenza dei servizi in Comune. Gli abitanti della Val Bisagno si sono espressi a suon di voti sull'opera: la situazione sembra già delicatissima.
Meno delicato l'assessorato al Porto: con l'arrivo del presidente dell'Authority e la realizzazione del Piano Regolatore Portuale il Comune tornerà ad un ruolo più defilato sulle scelte dello scalo, che potrebbe quindi attenuare le polemiche attorno a progetti come la diga foranea e lo spostamento dei depositi chimici.
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