Delitto Nada Cella, marito dell'imputata: "Anna Lucia conosceva Soracco di vista"

di Redazione

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Delitto Nada Cella, marito dell'imputata: "Anna Lucia conosceva Soracco di vista"

Prosegue il processo per l’omicidio di Nada Cella, la segretaria ventiquattrenne uccisa nel maggio del 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, a Chiavari. Accusata del delitto è Anna Lucia Cecere, ex insegnante, oggi imputata per omicidio volontario. Soracco è invece a processo per favoreggiamento.


Nel corso dell’ultima udienza hanno testimoniato il marito della Cecere, Lorenzo Franchino, l’amica Maria Stella Favata e un ex fidanzato della donna, Alexandre Vernengo.


Franchino ha raccontato di aver conosciuto la moglie nel 1997, un anno dopo il delitto, e che fin da subito lei gli disse di essere stata perquisita, ma l’argomento non fu più affrontato fino al 2021, quando entrambi vennero convocati in questura per la riapertura delle indagini. "Non sapevamo il motivo – ha detto in aula – e io mi arrabbiai molto perché stavo perdendo una giornata di lavoro".


L’uomo ha poi ridimensionato i contenuti di alcune intercettazioni in cui si sentono litigi tra lui e la moglie: "Si trattava di discussioni per un mobiletto rovinato. Non mi ha mai alzato le mani né rotto oggetti in casa".


La testimone Maria Stella Favata ha riferito che Cecere le parlò di Marco Soracco, dicendo di "non trovarlo interessante" e di aver definito il commercialista "un Tersite", personaggio dell’Iliade noto per la sua bruttezza e codardia. "C’era rimasta male che qualcuno avesse insinuato un suo interesse per lui", ha aggiunto l’amica.


Anche l’ex compagno Alexandre Vernengo ha ricordato una telefonata ricevuta nel maggio 1996, pochi giorni dopo l’omicidio: "Mi chiamò molto agitata. Mi disse che le avevano perquisito casa e che era sospettata. Quando le chiesi se c’entrasse qualcosa, mi rispose risentita: “Ma stai scherzando?”.


La difesa di Soracco ha infine portato in aula Rosella Levaggi, docente universitaria, che ha smentito la presenza della Cecere a un pranzo sul lago di Rigopiano, evento avvenuto poco prima dell’omicidio: secondo Levaggi, lei era l’unica donna presente, non l’imputata.


Il processo proseguirà nelle prossime settimane con nuove testimonianze e l’analisi dei reperti.

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