Delitto Cella, Soracco: "Trent'anni di calvario, ma sono estraneo ai fatti. La Cecere? Non ho idea"
di Stefano Rissetto
Il 23 ottobre prenderà la parola la pubblica accusa per la requisitoria finale. La sentenza è attesa per il 18 dicembre
“Spero che la corte metta, una volta per tutte, la parola fine al mio lungo e immeritato calvario”. Con queste parole Marco Soracco, il commercialista per il cui studio lavorava Nada Cella, ha concluso le sue dichiarazioni spontanee nel processo che lo vede imputato per favoreggiamento.
Soracco è accusato di non aver detto agli inquirenti ciò che sapeva su Anna Lucia Cecere, l’ex insegnante ritenuta dalla procura la responsabile dell’omicidio avvenuto il 6 maggio 1996. Nada Cella fu uccisa con un corpo contundente nel suo ufficio di Chiavari, e il caso è rimasto irrisolto per oltre due decenni prima di essere riaperto.
Davanti alla Corte d’Assise di Genova, Soracco — difeso dall’avvocato Andrea Vernazza — ha parlato per circa 15 minuti, ripercorrendo “trent’anni di gratuito linciaggio, sia giuridico che morale”. Ha ricordato come quel giorno fosse iniziato come una normale mattina di lavoro: “Ho trovato la segretaria in una pozza di sangue. Ho pensato solo a chiamare i soccorsi. Le mie reazioni sono sempre molto controllate nei momenti di crisi, e so di essere sembrato freddo”.
Il professionista ha ribadito la propria estraneità ai fatti, sottolineando di aver sempre collaborato con gli inquirenti. Quanto al suo legame con Cecere, ha spiegato di averla conosciuta nel 1995 tramite l’allora fidanzato di lei, senza aver mai avuto un particolare interesse nei suoi confronti. “Quando alla fine di maggio 1996 sentii che una ragazza madre era stata indagata, parlando con i giornalisti capii che si trattava di lei. Poi mi chiamò dicendo che le facevo schifo: interpretai quella frase come un’accusa per averla denunciata”.
All’uscita dall’aula, Soracco ha dichiarato di non essersi mai fatto un’idea precisa su cosa sia accaduto quel giorno, né su Cecere.
Il 23 ottobre prenderà la parola la pubblica accusa per la requisitoria finale. La sentenza è attesa per il 18 dicembre.
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