Criteri ambientali minini, nuovi obblighi per appalti pubblici e prodotti sostenibili
di Simone Galdi
Per imprese e pubbliche amministrazioni cambiano regole e tempi su rifiuti urbani e piano ecodesign 2025-2030

Con l’adozione dei nuovi Criteri Ambientali Minimi e la presentazione del piano di attuazione sull’ecodesign 2025-2030, cambiano le regole per i servizi ambientali e i prodotti sostenibili, mentre una nuova direttiva europea rinvia l’entrata in vigore di alcune norme sulla rendicontazione societaria.
CAM rifiuti – Il Decreto ministeriale 7 aprile 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 aprile, stabilisce i nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) per i servizi di gestione dei rifiuti urbani. Il provvedimento abroga la disciplina precedente, recepisce le indicazioni del nuovo Codice dei contratti pubblici e ne rende obbligatoria l’applicazione. Le novità riguardano raccolta, trasporto, pulizia urbana, fornitura di contenitori e mezzi per la gestione dei rifiuti.
Obiettivi ambientali – I CAM puntano a prevenire la produzione di rifiuti, migliorare la raccolta differenziata, incentivare l’uso di beni riciclabili e ridurre gli impatti del trasporto. Il documento impone l’impiego di veicoli a basso impatto emissivo, la formazione obbligatoria del personale, sistemi di tracciabilità, incentivi per ridurre i rifiuti e premi per la raccolta differenziata.
Appalti pubblici – Le stazioni appaltanti dovranno integrare i CAM nei documenti di gara, definendo criteri premianti, sistemi di monitoraggio e obblighi di rendicontazione ambientale da parte degli affidatari. La nuova disciplina entrerà in vigore il 18 giugno 2025.
Ecodesign – Il piano europeo di attuazione sull’ecodesign 2025-2030 introduce nuove norme su durabilità, riciclabilità e contenuto riciclato dei prodotti. La Commissione ha selezionato sei categorie prioritarie: tessili, mobili, pneumatici, materassi, ferro e acciaio, alluminio. Per ciascuna sono previsti requisiti ambientali specifici e tempistiche di attuazione.
Prodotti finali – Entro il 2027 i tessili e i pneumatici dovranno essere più durevoli e riciclabili. I mobili avranno requisiti sull’uso efficiente delle risorse entro il 2028. I materassi dovranno ridurre l’impatto dei rifiuti entro il 2029.
Materiali industriali – Per ferro, acciaio e alluminio le nuove norme mirano a ridurre gli impatti ambientali lungo tutta la filiera, in coordinamento con strumenti già esistenti come ETS, CBAM ed etichettature verdi.
Requisiti trasversali – Il piano definisce criteri generali validi per più categorie, come la riparabilità, la presenza di materiali riciclati e la capacità di riciclo, in particolare per apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Esclusioni temporanee – Alcuni prodotti a basso impatto (detergenti, vernici, lubrificanti) o di difficile regolamentazione (prodotti chimici) non sono stati inclusi nel primo piano. La Commissione avvierà studi entro il 2025 per valutarne l’inclusione nei piani successivi.
Direttiva 2025/794 – La nuova direttiva europea, parte del pacchetto Omnibus, rinvia di due anni gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità per grandi imprese non soggette alla NFRD e per le PMI quotate. Posticipata di un anno anche l’applicazione delle norme sul dovere di diligenza per le imprese di maggiori dimensioni.
Iter legislativo – La direttiva entrerà in vigore con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Gli Stati membri dovranno recepirla entro il 31 dicembre 2025. L’obiettivo dichiarato della Commissione è alleggerire gli oneri amministrativi e garantire certezza normativa in vista delle prossime scadenze europee.
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