Covid, Bonsignore: "In inverno il 50% dei non vaccinati rischia l'ospedalizzazione"

di Marco Innocenti

E sulla terza dose per tutti: "Dopo 6-9 mesi cresce il rischio di contagio, anche nei vaccinati, sempre però con sintomi poco significativi"

Vaccino antinfluenzale e vaccino anticovid. Due forme differenti di prevenzione che però "posso anche procedere di pari passo - spiega il professor Alessandro Bonsignore, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della Liguria ospite a TGN Diretta su Telenord - Molti operatori sanitari stanno ricevendo contestualmente i due vaccini, la terza contro il covid e quella antinfluenzale. Quest'ultima poi è ormai consolidata e sperimentata da molti anni quindi anche quelle remore residue che qualche cittadino ancora oggi ha, circa la presunta anche se non vera novità dei vaccini a mRna, non ha ragion d'essere per i vaccini antinfluenzali, che usano un meccanismo noto da anni. Anzi, i meccanismi d'azione dei due vaccini sono completamente diversi e non c'è nessuna interazione fra i due vaccini".

"Stiamo attenti - aggiunge Bonsignore - perché la pandemia non è ancora finita. Sappiamo che con alta probabilità almeno un 50% dei non vaccinati potrebbe andare incontro ad ospedalizzazione nei mesi invernali, quindi dobbiamo tenere alta la guardia altrimenti si rischia di tornare a intasare gli ospedali. Chi ne risentirebbe sarebbero ancora i soggetti fragili. I dati ci stanno dimostrando l'incremento di contagi, decessi e ospedalizzazioni che al 85% riguardano soggetti non vaccinati. Dicembre e gennaio saranno mesi delicati e a prescindere di parlare di ondate o meno, serve stare attenti. Invitiamo per questo tutti a sottoporsi alla terza dose, perché abbiamo osservato che dopo 6/9 mesi c'è un calo delle difese immunitarie quindi è fondamentale fare un richiamo che possa garantirci un'immunità completa che altrimenti rischiamo di non avere".