Convention Italia al Centro, Toti cita Gandhi e Mao: "Pronti a dialogare con tutti ma abbiamo idee nettissime"
di Giorgia Fabiocchi
E in risposta a Silvio Berlusconi: "Il centro è di tutti, noi vogliamo costruire un cantiere che diventi un grande movimento politico, un'area culturale"
"Credevo di trovarvi stremati, che energia invece a fine mattinata", con queste parole il fondatore di Italia al Centro Giovanni Toti apre il proprio discorso, di chiusura della prima convention, a Roma, del suo nuovo movimento. L'appuntamento, il presidente della Liguria, lo ha dato a sindaci, amministratori, parlamentari e senatori, con i quali vuole dialogare da qui ai prossimi mesi.
Non poteva mancare una prima risposta al Cavaliere, suo mentore negli anni che furono, Silvio Berlusconi, che nelle scorse ore aveva ribadito che il "centro siamo noi". E cosa ha controbattuto Giovanni Toti? "Il centro è di tutti quelli che sono partiti stanotte per venire qui, degli amministratori dei piccoli comuni e dei tanti militanti. Gli altri vedono un centro pieno di generali e con pochi voti, noi vogliamo costruire un cantiere che diventi un grande movimento politico, un'area culturale che abbia dei generali ma che ruotino con tempo e stagioni, con il loro prezioso contributo ma che non si sentano indispensabili. Ne abbiamo già visti passare troppi. Io voglio qualcosa che resti anche quando su questo palco non ci sarà più Giovanni Toti. L'idea ci è venuta governando la Liguria e le città della nostra regione".
Per il presidente della Liguria è fondamentale partire dalla capacità di fare, di risolvere i problemi e di portare a termine i progetti. Dicono che guardiamo un po' di qua e un po' di là? "Noi saremo nettissimi, abbiamo convinzioni solidissime che non ci impediscono però di dialogare con tante persone che sono passate su questo palco con idee diverse, noi non chiuderemo mai al confronto, la nettezza delle idee sì, ma anche una grande capacità di dialogo. La politica non ha più la conformazione netta e cristallina della Seconda Repubblica, ma deve andare avanti costruendo qualcosa di diverso". Giovanni Toti punta i fari della propria macchina su autonomia, capacità e possibilità di far giudicare ai cittadini la classe dirigente che li amministra. "Ci vuole coraggio? Sì. Chi è responsabile di una cosa la fa o non la fa, e viene giudicato dai cittadini, ci vuole coraggio".
Italia al Centro vuole dialogare partendo dai fatti e dai progetti e non dai giochi delle coppie. Il movimento sarà un movimento moderato, non velleitario e capace di mantenere le promesse fatte. "Ci piace essere pragmatici e concreti, noi siamo fanatici della verità, il mondo è cambiato e la politica è rimasta indietro. I partiti abbiano il dovere, a partire da questo cantiere, di dire che questo sistema politico è finito e che bisogna costruirne uno nuovo con nuove geometrie. E forse anche una nuova legge elettorale, altrimenti tra un anno avremo di nuovo un parlamento senza una maggioranza".
Il movimento di Giovanni Toti vuole partire dai temi: competenza, politiche industriali, politiche energetiche (autosufficienza), investimenti importanti per il Paese, gasificatori indispensabili, ristrutturazione acquedotti, schieramento politico di libero mercato, alleato dell'Europa e degli Stati Uniti. E sono tre gli argomenti che il presidente della Liguria sottolinea: "Il tema dell'immigrazione e l'importanza dello ius scholae, un metodo di integrazione per chi vive e studia con i nostri figli; l'ambiente, che significa crescita, infrastrutture, protezione delle coste ma energie rinnovabili, e infine il tema delle donne e della loro partecipazione alla vita pubblica del Paese".
Prima di chiudere Giovanni Toti cita Mao e poi Gandhi, con un riferimento, anche non troppo velato a Forza Italia: "Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci".
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