Conti pubblici, Piciocchi replica a Salis: "In cassa ci sono 132 milioni"

di M.C.

L’ex assessore vicesindaco contesta le parole della sindaca: “Disponibili oltre 130 milioni, bilanci chiusi sempre in avanzo”

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Non ci sta Pietro Piciocchi, ex vicesindaco e assessore al bilancio del Comune di Genova: le affermazioni della sindaca Silvia Salis, secondo cui l’amministrazione si troverebbe in una condizione finanziaria disastrosa, vengono rigettate al mittente. In un video diffuso sui social, Piciocchi ha difeso il lavoro svolto nei suoi otto anni di mandato, fornendo dati ufficiali sulla cassa comunale e accusando la nuova amministrazione di “gettare discredito” in modo scorretto.

Dati contabili – Piciocchi mostra il documento della verifica straordinaria di cassa firmato il 4 giugno insieme alla sindaca Salis, in cui si attesta la disponibilità di 132.469.285 euro, a cui si aggiungono ulteriori 127 milioni di euro vincolati. “Secondo voi, questo è un bilancio in una situazione disastrosa?”, domanda l'ex vicesindaco, contestando apertamente la narrazione dell’attuale Giunta.

Contabilità pubblica – “Se non si conosce la materia della contabilità pubblica, bisognerebbe farsela spiegare o mettersi a studiare”, afferma Piciocchi che ricorda di aver passato l’estate del 2017, al suo arrivo in Giunta, a studiare il manuale di contabilità per acquisire le competenze necessarie a governare i conti del Comune.

Gestione amministrativa – Pur riconoscendo che le difficoltà nella gestione finanziaria di un grande Comune sono fisiologiche, Piciocchi rivendica la capacità dimostrata negli anni: “È qui che si misura la qualità di un Sindaco e di un assessore, nella capacità di quadrare i conti e trovare nuove risorse”.

Bilanci – “In otto anni ho chiuso otto bilanci in avanzo di amministrazione e ridotto il debito di 300 milioni di euro”, sottolinea, aggiungendo che il Comune ha oggi un tempo medio di pagamento ai fornitori di appena 12 giorni.

Appello alla correttezza – “Non si getti discredito su chi ha operato con attenzione e rigore”, conclude Piciocchi. “Silvia Salis faccia il suo mestiere e i suoi assessori facciano il loro, ma non diano la colpa ad altri: è profondamente ingiusto, oltre che disonesto”.

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