Condanna Ciro Grillo, la famiglia blindata nella villa di Sant'Ilario. Il fratello esce ma non parla

di Carlotta Nicoletti

Il giorno dopo la sentenza di primo grado che ha condannato a 8 anni di reclusione Ciro Grillo, figlio del co-fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, a Sant’Ilario (Genova) l’atmosfera è cupa. Davanti al cancello della villa di famiglia, il fratello Rocco, insieme alla moglie e al figlio appena nato, appare visibilmente scosso e provato. Proviamo a rivolgergli la parola, ma la reazione è netta: non vuole parlare né essere ripreso. È l’ora di pranzo, e dentro la villa la famiglia si è riunita attorno alla tavola in un momento di raccoglimento e sostegno reciproco.

La sentenza – A Tempio Pausania si è concluso con una condanna il processo di primo grado per violenza sessuale di gruppo che vedeva imputati Ciro Grillo e tre suoi amici. Dopo oltre tre anni di dibattimento e tre ore di camera di consiglio, il tribunale ha inflitto 8 anni di carcere a Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, mentre Francesco Corsiglia è stato condannato a 6 anni e 6 mesi. I fatti risalgono all’estate del 2019, a Porto Cervo. Il procuratore aveva chiesto 9 anni per tutti. Le difese hanno già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello.

Il clima a Sant’Ilario – Nel quartiere che ospita la villa dei Grillo prevale il silenzio. I vicini evitano commenti, in parte per rispetto, in parte per non esporsi. C’è chi finge di non sentire le domande dei cronisti, forse perché conosce bene la famiglia. Qualcuno, invece, allarga lo sguardo alla politica nazionale: “Che paghino tutti, anche La Russa, la Santanché e gli altri – dice una coppia di anziani –. Se sbagliano devono pagare, non possono essere privilegiati. Questa classe dirigente non ci piace, siamo stufi”.

A microfoni spenti, però, emergono sentimenti diversi: c’è chi esprime dispiacere per i ragazzi coinvolti. “Sono giovani, hanno sbagliato ed erano ubriachi. Ma così si rovinano la vita con 8 anni di carcere”, commenta qualcuno a bassa voce. Molti abitanti della zona conoscono personalmente la famiglia Grillo e preferiscono mantenere il riserbo, lasciando parlare solo il silenzio.

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