Un team di astrofisici dell’Università Goethe di Francoforte ha simulato per la prima volta in dettaglio come i buchi neri rotanti, come M87*, generino getti di particelle ad altissima velocità. Il nuovo codice Fpic mostra che, oltre al noto meccanismo di Blandford-Znajek, è coinvolta anche la riconnessione magnetica, un processo che converte l’energia dei campi magnetici in plasma e radiazioni.
Grazie a milioni di ore di calcolo su supercomputer, i ricercatori hanno osservato la formazione di plasmoidi – bolle di plasma – che alimentano i getti ultraveloci. Questa scoperta offre una nuova chiave per comprendere l'energia estrema emessa dai nuclei galattici attivi.
«Dimostriamo come i buchi neri riescano a trasformare la loro energia rotazionale in fenomeni altamente energetici», ha spiegato il fisico teorico Luciano Rezzolla, a capo del progetto.
