Chiavari, detenuto evade durante il lavoro esterno e viene rintracciato poco dopo dalla Polizia Penitenziaria
di R.T.
L’uomo, ammesso al regime previsto dall’articolo 21, è stato ritrovato nei pressi di un centro commerciale mentre usava un telefono cellulare
Evasione lampo a Chiavari nella giornata di venerdì: un detenuto italiano della Casa di reclusione, ammesso al regime di lavoro esterno previsto dall’articolo 21 dell’Ordinamento penitenziario, non si è presentato sul posto assegnato. Dopo un breve periodo di irreperibilità, è stato rintracciato e fermato da una pattuglia della Polizia Penitenziaria.
Intervento tempestivo – Secondo quanto riferito dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), la segnalazione dell’assenza ha attivato immediatamente le ricerche. Una pattuglia ha monitorato il territorio e ha individuato il detenuto nei pressi di un centro commerciale, mentre era intento a utilizzare un telefono cellulare. L’uomo è stato prontamente bloccato dai Baschi Azzurri e ricondotto in carcere, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Ringraziamenti – Il segretario regionale del SAPPE, Vincenzo Tristaino, ha espresso “il pubblico ringraziamento del SAPPE ai poliziotti intervenuti che, come sempre, hanno dimostrato grande senso del dovere ed elevata professionalità”. Tristaino ha inoltre sottolineato come il personale di Polizia Penitenziaria “si sia ancora una volta distinto per l’impegno e la capacità di intervento”.
Criticità del sistema – Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha colto l’occasione per sollevare una riflessione sul sistema delle pene alternative. “Va necessariamente ripensato il concetto di fondo della pena alternativa al carcere – ha dichiarato – superando l’idea che essa possa essere la conseguenza di un automatismo di legge e non, invece, un vero e proprio istituto premiale per chi sconta la pena”.
Ruolo della Polizia Penitenziaria – Capece ha evidenziato il ruolo del Corpo all’interno del sistema sicurezza: “Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato e dimostra, ogni giorno, non soltanto di costituire un grande baluardo in difesa della società contro la criminalità in termini preventivi, ma anche di possedere capacità e strumenti per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori, nell’ambito dell’area penale”.
Appello finale – Il segretario del SAPPE ha infine rivolto un appello alle istituzioni: “Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”, ribadendo l’importanza di sostenere chi opera quotidianamente in prima linea nella gestione della sicurezza e del recupero dei detenuti.
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