Caso Martina Rossi, la Cassazione: "Ignorato fosse caduta senza pantaloncini del pigiama"
di Gregorio Spigno
Tanti i fattori che hanno spinto ad un nuovo appello, anche il sollievo dei due imputati perché non fossero stati trovati segni di violenza sul corpo

Sono emerse ulteriori novità per quanto riguarda la sentenza sulla morte di Martina Rossi, la ragazza precipitata da un balcone durante una vacanza a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. La terza sezione penale della Cassazione ha evidenziato che ci sarebbero infatti errori e sottovalutazioni nella sentenza d'appello, che il 21 gennaio ha annullato l'assoluzione e disposto un appello bis per i due ventottenni aretini Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi.
In primo grado i due giovani erano stati condannati a sei anni di reclusione per tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato. Successivamente erano invece stati assolti "perché il fatto non sussiste" dalla Corte d'Appello di Firenze dall'accusa di tentata violenza, mentre era stata dichiarata prescritta quella di morte come conseguenza di altro reato.
La Cassazione evidenzia l'incompletezza, la manifesta illogicità e la contraddittorietà della sentenza di appello.
Nelle motivazioni della decisione la Cassazione analizza il percorso che ha portato a decisioni opposte nei due gradi di giudizio. Secondo la suprema Corte, i giudici d'appello sono caduti in un "macroscopico errore visivo" nell'individuazione del punto di caduta, che li ha indotti a credere che Martina avesse scavalcato il parapetto, e "hanno depotenziato tutti gli altri elementi fattuali certi".
Hanno ritenuto valida l'ipotesi avanzata dalla difesa su un possibile suicidio, sulla base di indizi sulla personalità della ragazza che invece in primo grado non erano stati ritenuti certi. Senza fornire una spiegazione del perché la ragazza fosse precipitata senza i pantaloncini del pigiama e "già solo tale mancanza inficia irrimediabilmente la tenuta logico-argomentativa della decisione".
"La più evidente carenza di analisi" è relativa alla intercettazioni del 7 febbraio 2012 in cui sembra che i due giovani manifestino sollievo per il fatto che non fossero stati trovati segni di violenza sul corpo di Martina. La Cassazione ha annullato con rinvio a nuovo appello.
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