Martina Rossi, sentenza ribaltata: giovedì la decisione

di Redazione

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I genitori della 20enne: "Non cerchiamo vendetta, diteci come è morta"

Martina Rossi, sentenza ribaltata: giovedì la decisione

Il definitivo verdetto della Cassazione sul caso Martina Rossi potrebbe arrivare giovedì. La studentessa genovese precipitò dal balcone di un hotel circa dieci anni fa, nell'agosto del 2011, ma le dinamiche restano da chiarire nonostante il tempo trascorso. La ragazza, in vacanza a Palma di Maiorca con alcune amiche, era stata inseguita da due ragazzi toscani, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, entrambi provenienti dalla provincia di Arezzo. Questi, in primo grado, erano stati condannati a sei anni di carcere per tentata violenza sessuale e per aver causato la morte della giovane, ma il reato finì in prescrizione, con il pg Luciana Singlitico che chiese una riduzione della condanna a soli tre anni e l'assoluzione da parte del giudice. 

Commovente il ricordo dei genitori di Martina. Papà Bruno, ormai ottantenne, ha detto: "Non vogliamo che innocenti finiscano in galera, chiediamo giustizia e verità. Dieci anni dopo ci devono dire come è morta Martina, la nostra unica figlia". Mamma Franca, insegnante in pensione, ha voluto condividere l'ultimo ricordo che la lega a sua figlia: "La cosa che ci addolora di più è che in quel processo nostra figlia è stata descritta come una pazza mangiatrice di uomini in preda all'alcol e alle droghe, suicida per chissà quale motivo. Non soltanto era sana di mente, non beveva e non si drogava, ma persino le analisi effettuate sul suo corpo dimostrano che non era ubriaca né aveva ingerito sostanze stupefacenti. Martina era una ragazzina piena di entusiasmo, amava le amicizie, lo studio, l'arte. Non doveva essere lì quando è morta: voleva andare in Corsica ma era tutto esaurito. La vidi partire con il pullman per Milano dove poi avrebbe preso l'aereo: è stata l'ultima volta che l'ho accarezzata".