Carta, l’Italia ne esporta 1,73 milioni di tonnellate l’anno ma serve più riciclo

di Andy Woodrook

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Il 25% della carta raccolta in Italia prende la via dell’estero invece di alimentare il sistema produttivo nazionale

Carta, l’Italia ne esporta 1,73 milioni di tonnellate l’anno ma serve più riciclo

Ogni anno l’Italia esporta circa 1,73 milioni di tonnellate di carta da riciclare, pari a un quarto della raccolta interna. Una quota significativa di materia prima che, se reimpiegata a livello nazionale, potrebbe generare posti di lavoro, crescita economica e maggiore efficienza ambientale.

Dati Assocarta – Secondo uno studio di Ambiente Italia commissionato da Assocarta, tra il 2020 e il 2024 l’Italia ha esportato in media ogni anno il 21% della produzione cartaria interna, equivalente al 25% della raccolta di carta da riciclare. Questo avviene nonostante il Paese abbia raggiunto nel 2023 un tasso di riciclo degli imballaggi del 92%, tra i più alti in Europa. La carta esportata finisce principalmente in impianti di Francia, Germania, Spagna e Asia, per poi rientrare in Italia sotto forma di prodotti finiti o materiali da imballaggio.

Filiera produttiva – L’industria cartaria italiana ha aumentato l’impiego di carta riciclata, passando da una media del 55% nel periodo 2010-2019 al 64% tra il 2020 e il 2024, con un picco del 67% nel 2023. Tuttavia, questa crescita non è stata sufficiente ad assorbire tutta la materia disponibile. Durante l’assemblea pubblica di Assocarta del 26 giugno, è stato evidenziato come i costi energetici rappresentino uno dei principali ostacoli all’utilizzo interno della carta da riciclo.

Impatto economico – “Se riuscissimo a trattenere e riutilizzare in Italia tutta la carta esportata – ha dichiarato Lorenzo Poli, presidente di Assocarta – si registrerebbe un aumento del 27% nella produttività dell’industria cartaria, con la creazione di 1.360 nuovi posti di lavoro e un incremento annuo del Pil pari a 1,4 miliardi di euro”.

Materie prime seconde – Il tema è anche al centro dell’agenda politica. “Bisogna rendere conveniente l’utilizzo delle materie prime seconde rispetto a quelle vergini provenienti dal Sud-est asiatico”, ha sottolineato Laura D’Aprile, capo dipartimento Sviluppo sostenibile del Mase. La competitività è minata dalla concorrenza dei prezzi stracciati offerti da Paesi come la Cina, che immettono sul mercato europeo materia a basso costo pur di non riportare le navi vuote.

Finanziamenti Ue – D’Aprile ha inoltre richiamato il nuovo quadro europeo sugli aiuti di Stato, che prevede strumenti per sostenere l’economia circolare. Entro la fine dell’anno, la Commissione europea dovrebbe promuovere nuove linee di finanziamento per il settore delle materie prime seconde, con l’obiettivo di rafforzare la competitività dell’industria europea.

Strategie Assocarta – Nel 2023, l’industria della carta italiana ha registrato un fatturato di 8,16 miliardi di euro, impiegando 19.000 lavoratori in 119 imprese. Per consolidare e sviluppare il settore, Assocarta ha elaborato un decalogo di interventi. Tra le priorità figurano la riduzione del prezzo del gas, l’innovazione nei sistemi di asciugatura per la qualità dell’aria indoor, la decarbonizzazione e il sostegno al riciclo di prossimità.

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