Bruxelles, è il numero uno dell'Autorità Portuale di Trieste Zeno d'Agostino il nuovo presidente di ESPO

di Redazione

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Veronese, nell'ultimo biennio è stato il vice della finlandese Makila nell'organizzazione nata nel 1993 che è punto di contatto privilegiato tra porti e UE

Bruxelles, è il numero uno dell'Autorità Portuale di Trieste Zeno d'Agostino il nuovo presidente di ESPO

Un onere e un onore. Da oggi il rilancio dei porti europei passa anche attraverso le abilità di un manager italiano, il veronese Zeno D’Agostino, alla guida del porto di Trieste (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale) dal 2015, e ora nuovo presidente di ESPO (European Sea Ports Organisation). L’elezione è avvenuta all’unanimità dei rappresentanti dei 23 Paesi membri dell’Associazione, durante l’Assemblea generale svoltasi a Bruxelles. D’Agostino, che succede alla finlandese Annaleena Mäkilä di cui è stato vice negli ultimi 24 mesi, sarà affiancato dai numeri 2 Daan Schalck, belga, a capo del North Sea Port (l’ente che unisce i porti di Gent e Zeeland), e da Ansis Zeltiņš , lettone, ai vertici del porto di Riga.

ESPO nasce nel 1993, con sede nella capitale belga all’interno del palazzo “Port House”, e rappresenta il punto di contatto privilegiato tra i porti e l’UE: si prende carico degli interessi del mondo portuale, promuove le istanze comuni degli scali marittimi e si impegna nel dialogo con gli stakeholder europei di settore, compresi i rappresentanti dei lavoratori.

Dopo una lunga assenza di 18 anni, quindi, l’Italia torna ad esprimere la leadership nel massimo organismo di rappresentanza dei porti a livello europeo. L’unico precedente era stata l’elezione nel 2004 di Giuliano Gallanti, storico presidente che aveva guidato i porti di Genova e Livorno. Con Zeno D’Agostino l'Italia, e più in generale il Sud dell'Europa, torna ad avere un ruolo di primo piano. Il voto unanime di tutti i 23 rappresentanti è il simbolo della stima e del riconoscimento nei confronti del profilo professionale di D’Agostino e dei successi conseguiti negli ultimi sette anni a Trieste.

Secondo l’Associazione, attraverso i porti marittimi europei transitano ogni anno circa 3,3 miliardi di tonnellate di merci e circa 400 milioni di passeggeri. Ma oggi i porti non sono più solo semplici perni della filiera multimodale per il traffico di merci e persone, bensì sono anche ecosistemi complessi tra mare e terra, hub di energia e piattaforme tecnologiche, motori di crescita sostenibile. Sono vere entità strategiche, come si evince dalla gestione della pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi: in quest’epoca complessa gli enti gestori sono chiamati anche a svolgere un ruolo geopolitico e di facilitatori nelle relazioni tra paesi, oltre a quello tipicamente commerciale. Appare chiaro che per l’Italia dei porti, questa nomina rappresenta un’occasione per far sentire la propria voce e per sviluppare appieno la propria naturale vocazione di sistema di scali integrato al centro del Mediterraneo.

D’Agostino avrà il compito di condurre l’Associazione in un momento delicato di crisi mondiale, come ha rimarcato a margine della sua elezione: “Sono onorato di aver ricevuto questo prestigioso incarico, che è in primis un segnale forte per l’Italia, ma anche un riconoscimento per il lavoro fatto a Trieste. Ringrazio innanzitutto Annaleena Mäkilä e tutti coloro che hanno creduto in me e nel lavoro svolto in questi anni da vicepresidente. Viviamo un periodo difficile in cui il ruolo della portualità europea sta diventando fondamentale sia per gli equilibri economici, sia geopolitici su scala continentale e globale. Molte sfide epocali ci vedono coinvolti in prima linea ed è prioritario che la portualità europea affronti tali sfide unita e attrezzata con proposte concrete. Parlo di soluzioni da trovare attraverso un dialogo costante insieme ai decisori politici europei.

Il presidente ha citato alcuni punti chiave della sua agenda, sottolineando il ruolo cardine che svolge l’Associazione:Dalla transizione energetica, al cambio di governance necessario per i porti di domani, dalla gestione delle risorse umane e del conflitto sociale, fino alla digitalizzazione. I capitoli dell’innovazione necessaria sono tanti e sapremo affrontarli con il timone saldo. Ci proponiamo di raccontarli di più, non solo al nostro settore, ma anche al grande pubblico. Assistiamo, infatti, a una nuova consapevolezza e interesse da parte dei cittadini sull’importanza cruciale che riveste il nostro settore. Specie in momenti di crisi come questo dove siamo sollecitati da continui shock, ESPO può giocare un ruolo chiave di portavoce naturale delle istanze dei porti d’Europa a Bruxelles e delle possibili soluzioni alle sfide del futuro”.