Autostrade: ecco la riforma del Mit per evitare rincari sregolati e assicurare manutenzioni

di Redazione

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Il nuovo modello tariffario, già sperimentato in quattro concessioni, prevede di distinguere la tariffa in tre componenti

Autostrade: ecco la riforma del Mit per evitare rincari sregolati e assicurare manutenzioni

Il Consiglio dei Ministri si è occupato in data odierna della riforma delle concessioni autostradali. Sono stati individuati in, coerenza con la milestone Pnrr, obiettivi come effettiva concorrenzialità tra gli operatori del settore; controllo dei pedaggi per evitare rincari sregolati (il cosiddetto pedaggio-pazzo); promozione degli investimenti; sostenibilità economica delle concessioni autostradali; potenziamento dei controlli da parte dello Stato sulla gestione delle concessioni.

Secondo fonti del ministero, retto da Matteo Salvini con il vice Edoardo Rixi, il modello proposto prevede, per le concessioni che scadranno a partire dal 2025, un sistema di regolazione fondato sull’applicazione di un nuovo modello tariffario, già sperimentato in quattro concessioni, che prevede di distinguere la tariffa in tre componenti: la componente tariffaria e di gestione (di competenza del concessionario); la componente tariffaria di costruzione (di competenza del concessionario); la componente tariffaria per oneri integrativi (di competenza dell’ente concedente, il cosiddetto extragettito), finalizzata al recupero dei finanziamenti pubblici concessi per la realizzazione del sistema infrastrutturale a pedaggio.

I proventi derivanti dal cosiddetto extragettito saranno utilizzati per realizzare gli investimenti autostradali, compresa la messa in sicurezza della viabilità locale di adduzione, senza incrementare i pedaggi. Il nuovo modello prevede inoltre che le future concessioni non supereranno di regola i 15 anni. Per le concessioni in essere, si mantengono le regole esistenti e si prevedono scadenze tassative per la revisione del PEF (piano economico finanziario).

Nei prossimi mesi, dovrà essere valutata la congruità dei maggiori costi per investimenti presentati dai concessionari e a tal fine si sta valutando l’istituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale.

Tra le grandi arterie interessate dalla riforma non ci saranno le concessioni regionali, come Pedemontana Veneta: l’auspicio del vicepremier e ministro Matteo Salvini, fanno sapere dal Mit. è che il tema possa essere esaminato e introdotto in Parlamento.