ATM volge lo sguardo all'estero, mentre a Milano raggiunge il 60% di spostamenti con il trasporto pubblico
di Redazione
L’obiettivo è quello di accorciare il divario con i competitor internazionali
A giorni la firma per la gara del primo metrò automatico in Grecia, a Salonicco, ma anche la partecipazione alle gare in Francia per quattro lotti per circa 60 linee di bus e una metropolitana che complessivamente valgono 3-400 milioni di ricavi all’anno, e un occhio attento a tutto quello che succede in Israele e in generale in Medioriente, dove già Atm ha contribuito alla gestione per tre anni della prima metro automatica di Riad.
Sono questi gli ultimi passi che l’Azienda trasporti milanesi sta compiendo nell’ambito di un piano di espansione internazionale per esportare le competenze acquisite in Italia nella gestione non solo dei trasporti, ma anche di piattaforme digitali e sistemi di controllo degli accessi.
L’obiettivo, come riferisce Arrigo Giana in un’intervista al Corriere Economia è quello di accorciare il divario con i competitor internazionali: oggi il 15% degli 1,1 miliardi di ricavi di Atm proviene dall’estero mentre i tre colossi del trasporto pubblico francese generano in media quasi metà del fatturato al di fuori del mercato domestico. Ciò nell’ottica che, spiega Giana, “la concorrenza spinge a migliorarsi continuamente. Ne va quindi della nostra competitività e della qualità che possiamo offrire ai nostri utenti”.
Tutto ciò ovviamente continuando a lavorare e a investire in qualità del servizio, dell’informazione e dei sistemi di bigliettazione a Milano perchè, ha spiegato Giana oggi a margine del convegno ‘Lombardia locomotiva d’Italia, il futuro dei trasporti tra Olimpiadi, turismo e sostenibilità’ “il nostro obiettivo è attrarre le persone a utilizzare mezzi pubblici senza obbligarle ma facendo scegliere”.
E a Milano – ha sottolineato l’Ad – quasi il 60% degli spostamenti avviene con il trasporto pubblico. Milano vanta una “rete tra le più capillari d’Europa. Allargare questa capillarità al resto dell’hinterland è un tema sul quale, però, occorrono scelte che non fa l’azienda, ma i regolatori, i Comuni e le Regioni e il governo. Oggi c’è un tema di risorse e quindi a maggior ragione la criticità si eleva. Noi stiamo chiedendo forti interventi da questo punto di vista. Possiamo quindi porre il tema e avviare una discussione, poi le scelte esulano dal ruolo dell’azienda”.
Rispetto alla possibilità che Atm salga nel capitale della metro M4 di Milano, rilevando le quote di WeBuild, Hitachi e degli
altri azionisti privati, Giana, dalle pagine del Corriere economia fa sapere che, se davvero i soci privati manifesteranno l’intenzione di vendere, potremmo rilevare le loro quote. Sarebbe un investimento strategico alla luce del nostro contratto di gestione della linea”.
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