Assocarta, un Paper Industrial Deal per il futuro del settore

di red.eco.

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La filiera rappresenta un valore di circa 27 miliardi di euro di fatturato, pari all'1,2% del Pil

Assocarta, un Paper Industrial Deal per il futuro del settore

Per mettere in sicurezza il settore cartario italiano in questo contesto politico-economico incerto ci vuole un “Paper Industrial Deal”. Ne è convinto il presidente di Assocarta, Lorenzo Poli, che oggi a Roma ha presentato la sua relazione annuale nel corso dell’Assemblea Pubblica di Assocarta. 

Competitività - “Siamo i terzi produttori in Ue di carta e cartone – ha detto Poli – ma oggi subiamo molto i Paesi vicini", ossia "Germania, Francia e Spagna", che vivono meno problemi come il costo dell'energia, che invece in Italia pesa parecchio su un settore energivoro come quello della carta. Allo stesso tempo, però, "sulla sostenibilità del materiale" e circolarità supera "ogni parametro". Questo perché "siamo un settore che non riesce a interpretare le necessità di costo che servono per essere competitivi. Bisognerebbe produrre un po’ più carta. L’Italia ci disse che dovevamo andare a gas”, ma se “ora pago di più gas di tutti gli europei mi viene difficile essere competitivo”.

Posti di lavoro - Inoltre, l’Italia esporta carta da riciclare e poi la reimporta sotto forma di prodotti finiti acquistati (prevalentemente da paesi europei a cui esportiamo maceri) o di imballi in prodotti consumo importati (sia dall’Asia che dall’Europa). “Se fosse riciclata in Italia – ha aggiunto - aumenterebbe la produttività dell’industria cartaria italiana del 27%, creerebbe 1.360 nuovi posti di lavoro in Italia e produrrebbe un Pil aggiuntivo per l’Italia di 1,4 miliardi di euro ogni anno”. 

Dieci punti - Per aiutare l’industria cartaria italiana, la cui filiera rappresenta un valore di circa 27 miliardi di euro di fatturato (1,2% Pil), generato da oltre 160mila addetti diretti in circa 16mila imprese, Assocarta ha individuato dieci punti su cui agire. Dalle misure per ridurre il prezzo del gas a quelle per tutelare la qualità dell’aria indoor attraverso sistemi innovativi di asciugatura, passando per decarbonizzazione, efficienza energetica, supporto alla transizione circolare e al riciclo di prossimità, la semplificazione del regolamento Eudr, la detassazione delle indennità ai lavoratori e il contenimento degli “eccessi digitali” in età scolare.

Tariffe amare - “La competitività dell’industria cartaria europea ha vissuto un deterioramento significativo dal 2020”, ha spiegato Marco Eikelenboom, presidente della Confederazione, che ha spiegato che le principali problematiche per il settore a livello continentale sono il peso della competizione asiatica e, in particolare, cinese, ma non solo. Un’altra questione irrisolta sono i dazi americani: “Cepi chiede alla Commissione europea di portare avanti le discussioni con gli Stati Uniti e di rispondere in modo appropriato così da evitare ulteriori problemi alla filiera”, ha aggiunto. 

Questione strutturale - Mentre Antonio Gozzi, special advisor per l'Autonomia strategica europea, piano Mattei e Competitività di Confindustria, ha concluso l’assemblea affermando che “il susseguirsi delle decisioni prese a Bruxelles dalla Commissione pone un problema di fondo”, ossia che “l'Europa, può dispiacere, non è uno stato federale e la Commissione non è il governo di questo stato. Allora l'Italia, il governo e per quanto ci riguarda la Confindustria devono fare attenzione al processo decisionale. E non tollerare fughe in avanti”.

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