Anche in Liguria polemiche nel centrodestra

di Paolo Lingua

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Anche in Liguria polemiche nel centrodestra

Una certa tensione all’interno dello schieramento del centrodestra si era manifestata nell’autunno scorso, all’indomani delle elezioni regionali. La vittoria dello schieramento era stata schiacciante, anche approfittando d’una serie di errori madornali del centrosinistra, sia a livello locale, sia soprattutto a livello nazionale. Indubbiamente la candidatura di Giovanni Toti partiva in vantaggio, ma da parte del Pd e del M5s era stato fatto tutto il possibile per sbagliare, qualcuno aveva parlato addirittura di congiure interne. Ma, per tornare ai tormenti del centrodestra dopo una tornata elettorale rovinosa, anche in Liguria, all’indomani della squillante vittoria di Toti, non pochi partiti – e in particolare Forza Italia e la Lega – si erano sentiti come “defraudati” dei loro suffragi da parte del movimento personale di Toti che aveva ottenuto un successo particolare. Ora, però, dopo la sconfitta, non sono mancate punzecchiature al presidente della regione, sia da parte di aree centriste, come quella del sottosegretario Costa che a Savona ha voluto correre da solo, sia soprattutto da parte della Lega, con puntate di Edoardo Rixi. Toti ha replicato duro alludendo agli eccessi di individualismo (il caso di Costa), sia l’accusa di “rincorrere i terrapiattisti” con un netto riferimento sia a Giorgia Meloni, sia in particolare nei confronti di Matteo Salvini.

Toti ne ha approfittare per ribadire la netta unità di visione e di azione nei confronti del governo Draghi , ribadendo la difesa del “green pass” e della spinta a vaccinare la popolazione. Toti ha confermato il suo schieramento “no vax”, alludendo al fatto che cercare di raccattare frange di inquieti e di negazionisti ha fatto pe4rdere al centrodestra il voto moderato. In questa affermazione c’è del vero e del concreto. Fratelli d’Italia e la Lega non hanno raccolto il voto protestatario e hanno perduto una parte del loro elettorato. D’altro canto, Toti, che da studente era iscritti alla Gioventù Socialista, non ha origini di destra. E’ un dissidente di Forza Italia, nella corsa, forse vana, di diventare l’erede di Silvio Berlusconi. Ma tra il movimento di Toti e i contenuti di Forza Italia non ci sono differenze ideologiche sostanziali. L’obiettivo è portare la coalizione di destra verso il centro , lasciando ogni aggancio nei confronti dei negazionisti a oltranza, siano essi nostalgici del fascismo o simpatizzanti anarcoidi. Con maggiore cautela è la stessa linea del Pd di Letta che, di fatto, ha quasi sempre scaricato il M5s, guardando verso l’area di centro. Ovvero verso l’elettorato più consapevole e razionale.  Ma quella del Pd sembra una strategia a lunga distanza: è evidente infatti che Letta e i suoi alleati preferiscano Draghi a Palazzo Chigi per qualche anno, piuttosto che al Quirinale.

E questo al fine di portare avanti l’attuale linea politica sino al termine di fatto della pandemia e della ripresa dell’economia.  Il centrodestra sino a due mesi fa sembrava invece di diverso avviso,  puntando all’elezione di Draghi per poter andare al voto nel volgere d’un paio di mesi. Era il momento in cui il “dream” della vittoria teneva uniti la Meloni, Salvini e Berlusconi. Ora, dopo il modesto risultato dei giorni scorsi, anche il centrodestra sembra assalito dal dubbio, tanto è vero che Salvini ha ribadito il suo pieno sostegno al governo. Questo lascia la Meloni da sola all’opposizione e berlusconi sempre più spostato al centro. La situazione, in parole povere, non è delle più limpide in tutti gli schieramenti, segno della fragilità di fondo della politica italiana.  Per tornare alle questioni di casa, la complessità della situazione si ripercuoterà sulle prove elettorali amministrative, comunque va la corsa al Quirinale . I partiti maggiori chiedono a Toti un impegno locale, tralasciando i sogni di leadership nazionale. Toti ribadisce gli errori ideologici e tattici delgi alleati. La coalizione sulla carta dovrebbe comunque ricompattarsi in particolare per le elezioni di Genova, dove Bucci è ancora dato largamente favorito e perché per il centrosinistra non è facile trovare un candidato di prestigio. Per il centrosinistra i percorsi percorribili riguardano semmai l’area spezzina, area tradizionale della sinistra. Recuperare Lerici, Sarzana e La Spezia potrebbe essere relativamente più agevole (anche se il Pd nella zona è stato attraversato di forti scontri interni), ma la strada è in salita.