Abusò di una prostituta, l'ex carabiniere dovrà pagare danni d'immagine all'Arma
di Redazione
Dovrà risarcire 20mila euro
Aveva obbligato una prostituta ad avere rapporti sessuali con lui, minacciandola di denunciare il fatto che lei non fosse in regola con i documenti e di farla rimpatriare. Per questo motivo, ovvero per il grave danno d'immagine patito dall'Arma dei carabinieri, un ex maresciallo dei carabinieri, all'epoca dei fatti comandante di una delle stazioni dell'Arma del centro storico genovese, è stato condannato dai giudici della Corte dei Conti della Liguria a un risarcimento di 20 mila euro per danno d'immagine. I fatti risalgono al 2010, quando il sottufficiale, in più occasioni, aveva abusato della prostituta, di origini straniere. E per incutere maggior timore nella donna si recava da lei in divisa.
Le indagini, partite a seguito della denuncia da parte della vittima, avevano permesso di appurare che il carabiniere, con la scusa dei controlli del territorio, si presentava a casa della ragazza obbligandola ad avere rapporti con lui, gratuitamente, sotto la minaccia di ritorsioni come per esempio l'espulsione dal territorio nazionale. Non solo, per intimorirla si presentava in divisa e si faceva vedere anche dalle altre ragazze che esercitavano in zona.
A seguito delle indagini l'Arma aveva aperto un provvedimento disciplinare nei suoi confronti, che si è concluso con il decreto del 13 agosto del 2018 che prevedeva la sanzione della 'perdita del grado per rimozione per motivi disciplinari' e la cessazione del servizio. Penalmente, invece, l'ex maresciallo è stato condannato con sentenza passata in giudicato per induzione indebita a dare o promettere utilità e per violenza sessuale.
La procura contabile, a maggio dello scorso anno ha citato in giudizio l'ormai ex maresciallo chiedendo un risarcimento per danno d'immagine di 20 mila euro. Secondo il pm "il danno all'immagine è stato rilevante proprio perché l'Arma dei Carabinieri, nella quale prestava servizio con il grado di maresciallo capo responsabile della stazione, ha quale compito primario quello del contrasto all'illegalità e del mantenimento dell'ordine pubblico".
Invece, con il suo comportamento non solo ha violato i propri doveri di servizio, ma come sottolineano i giudici "è di particolare gravità, in considerazione del fatto che egli ha approfittato delle proprie funzioni istituzionali per lucrare una illecita utilità e, cosa più riprovevole del denaro, in quanto comportante lesione alla libertà e alla dignità della persona".
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