Vialli: "Il cancro? Non è stato facile ma sto bene"

di Redazione

L'ex attaccante blucerchiato: " Voglio far sì che il calcio diventi uno sport migliore"

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''Accetto con umiltà e orgoglio questo premio. So come è andata la scelta, siete stati lì con i foglietti a decidere e avete detto 'Diamolo a Vialli quest'anno perché magari l'anno prossimo sarà troppo tardi''': lo dice con ironia Gianluca Vialli, premiato oggi con il premio 'Il bello del calcio' in memoria di Giacinto Facchetti. ''A proposito del cancro - aggiunge poi - voglio dire che sto bene. Non è stato facile ma questo periodo mi ha insegnato molto e mi sto preparando meglio di quando giocavo a calcio, quindi credo che dovrete sopportarmi ancora a lungo''. Poi sempre con un sorriso ammette la sorpresa nel sapere di essere stato scelto per il premio: ''Beh, ero veramente forte. Sono rimasto sorpreso, scioccato di aver vinto questo premio. Finora mi hanno detto che ero quello 'simpatico' poi ho visto che lo hanno dato anche a Zola e allora.... Nella vita serve 'calling' la vocazione, la chiamata. Avevo appena iniziato a camminare, ho dato un calcio al pallone e mi sono innamorato. Il talento non è importante, lo è la continuità. Io al calcio devo tutto. Dalla prima macchina, alla verginità persa. Devo tutto''. ''Sono stato l'ultimo ad alzare la Coppa dei Campioni, ne sono orgoglioso ma anche stufo. Vorrei essere stato capitano di un club che la vince un anno sì e uno no. Avrei voluto l'alzasse Buffon al posto di Chiellini ma va bene, piuttosto che Ferrara'': lo dice Gianluca Vialli, sorridendo a Ciro Ferrara presente in platea, premiato con 'Il bello del calcio 2019' durante il Candido Day. ''Indossare la maglia della Juve - aggiunge - è un onore e un onere. C'è una storia alle spalle da rispettare. Grande organizzazione e grande mentalità. Il posto adatto per fare il calciatore''. E sulla possibilità di vestire la maglia del Milan: ''Non è stato un rifiuto ma la scelta di non lasciare la Sampdoria. Ai tifosi rossoneri dico che se fossi andato al Milan, magari non sarebbe arrivato Van Basten quindi dovrebbero ringraziarmi''. 'Io capo delegazione? Può essere una prospettiva, ringrazio il presidente Gravina. Sono orgoglioso, un ruolo prestigioso che va fatto con responsabilità. Ho chiesto del tempo per riflettere, ragionamenti che sto facendo con la famiglia. Sarebbe fantastico prendermi cura ancora di Roberto'': lo dice Gianluca Vialli, premiato con 'Il bello del calcio 2019', commentando - al fianco del ct Roberto Mancini - la possibilità di fare il Capo delegazione della Nazionale.