Vertice ex Ilva, sindacati soddisfatti a metà: "Forno elettrico un'opportunità, ma dal ministro mancano risposte"
di F.S.
I rappresentanti sindacati di Cisl, Cgil, Uil e categorie dei metalmeccanici hanno partecipato al vertice di oggi in Prefettura con il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, dopo un ridimensionato corteo nelle vie del centro cittadino.
Cgil e Fiom - "Noi abbiamo sempre dichiarato che la realizzazione del forno elettrico nell'ex Ilva di Cornigliano è il presupposto essenziale per il rilancio della siderurgia, la salvaguardia e l'incremento dei posti di lavoro ma che la sua realizzazione possa e debba garantire la compatibilità ambientale tra industria e città". A dirlo, in una nota, i rappresentanti di Fiom e Cgil, al termine dell'incontro con il ministro Urso in Prefettura.
"Il settore industriale è centrale nella storia economica di Genova e della Liguria e deve restare tale perché è un settore che sviluppa valore aggiunto, lavoro di qualità e progresso tecnologico - spiegano - la nostra economia non può essere schiacciata solo su servizi, commercio e turismo, senz'altro settori economici importanti, ma da soli non sufficienti a garantire sviluppo e lavoro di qualità".
Per Fiom e Cgil, però, il piano deve avere ricadute positive anche sul territorio. "È indispensabile che nei nuovi investimenti siano garantite le risorse che il quartiere di Cornigliano aspetta da tempo - concludono - e che questi possano finalmente portare a compimento la completa riqualificazione e lo sviluppo economico e sociale".
Cisl e Fim - «Ci aspettavamo risposte più precise e dettagliate dal ministro Urso: non possiamo dirci soddisfatti». È la posizione espressa dal segretario generale della Cisl Liguria, Luca Maestripieri, e dal segretario generale della Fim Liguria, Christian Venzano, dopo l’incontro di oggi.
Secondo i sindacalisti Cisl, il rilancio dell’ex Ilva continua a essere caratterizzato da troppe incertezze: «Ciò che serve al Paese è un grande piano unitario per rilanciare la siderurgia italiana, non soluzioni parziali o frammentate».
Per Cornigliano, spiegano Maestripieri e Venzano, «il forno elettrico può rappresentare un’opportunità importante sia dal punto di vista produttivo sia sotto il profilo occupazionale, ma solo a una condizione imprescindibile: che venga realizzato con criteri di piena e certificata sostenibilità ambientale».
La Cisl e la Fim ribadiscono inoltre la necessità di un pacchetto di investimenti concreti: «Cornigliano ha bisogno di una prospettiva industriale solida e duratura e di un ripristino effettivo delle condizioni di sicurezza nello stabilimento. Senza queste garanzie, ogni ipotesi di rilancio rischia di rimanere incompiuta».
Uil e Uilm - "Idee poche e confuse come sul resto delle tematiche industriali in Liguria. Questo non è un metodo di confronto fruttuoso, è sola finta condivisione. Sul territorio non si riesce a fare sistema ed il ministro non è riuscito a dare un orizzonte alle acciaierie di Cornigliano. La politica dell’emergenza non funziona più. Occorre mettere a sistema ciò che abbiamo in termini di risorse industriali, politiche, istituzionali per mettere al centro la qualità del lavoro, del reddito e delle strategie per il rilancio. Un'economia sana produce, non si fa solo con il terziario. Le aree ex Ilva sono troppo appetibili ma non possiamo destinarle solo al terziario. Siamo per la produzione e per un patto per l'economia e per il lavoro che superi quelli piccoli di turismo, commercio, artigianato. Abbiamo bisogno dell'impegno di politica e istituzioni per porre al centro la questione industriale a Genova e in Liguria", dichiara Riccardo Serri, segretario generale Uil Liguria.
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