Vaccini e coprifuoco: che cosa cambierà
di Paolo Lingua
Che cosa cambierà nelle prossime due settimane della nostra vita? Poco o niente, per dirla con un certo tono scettico. Oppure molto, ma non senza rischi. Cerchiamo di chiarire il nostro avvenire che avrà sicuramente delle modifiche alle quali dovremo0 approcciarci con molta prudenza. Un aspetto curioso: sarà bene essere molto attenti e rigorosi nei prossimi due mesi, perché accanto al calo della pandemia dovremo evitare con la massima cura qualsiasi rischio di ripresa delle infezioni, considerato che anche a livello europeo nulla è dato per scontato. Un primo fenomeno va messo in evidenza: liberalizzati i vaccini per le fasce più giovani, c’è stato un primo fenomeno da verificare: l’entusiasmo per la vaccinazione, senza sostanziale distinzione di vaccini. Un assalto che rischia di esaurire in tempi più rapidi del previsto le scorte del farmaco.
In effetti, il fenomeno sociale è curioso e interessante: i giovani corrono per essere immuni al più presto, mentre i dubbi e le esitazioni vengono dalle fasce più alte d’età. Anche se sono proprio gli over 70 e gli over 80 i maggiormente esposti all’infezione e i più a rischio di morte. La corsa al vaccino (senza discriminazione nei confronti di AstraZeneca) da parte dei giovani è certamente un atteggiamento positivo che supera dubbi, diffidenze e un retroattivo “no vax” da parte della componente più cocciuta e antiscientifica tranche della popolazione anziana che pure è la componente più a rischio di contagio e di morte e che dovrebbe essere vaccinata a casa, quasi di forza. Meglio comunque, nella speranza che arrivino in Italia le quantità di vaccini già annunciate nelle prossime settimane, la corsa dei giovani e della parte pi giovane della popolazione, un po’ come si è verificato negli Usa e in Inghilterra per ridimensionare la pandemia. Per il momento, mentre gli approfondimenti scientifici crescono, non c’è altra terapia se non la vaccinazione di massa per diminuire infezioni e collegamenti. La diminuzione, in atto sul piano pratico, dei nuovi casi, dei ricoveri e delle morti, porta a un prudente e graduale ritorno alla normalità, con tutti i freni previsti e logici.
Le palestre e lo sport da un lato e il ritorno al chiuso di bar e ristoranti sono gli obiettivi che la popolazione aspetta. Così come il ridimensionamento e poi la fine del cosiddetto “coprifuoco”. ,Le scansioni previste per il 1° e per il 7 giu7gno e poi della fine del mese. In effetti, la fredda primavera che ci sta accompagnando è stata un forte limite alla ripresa della vita normale, dal momento che gli spazi ristretti e il termometro in discesa, oltre che la pioggia, sono stati freni maggiori alla vita – di giorno e di sera – nei bar e nei ristoranti, in particolare nei grandi centri abitati. Secondo i dati ufficiali delle associazioni di categoria e delle Camere di Commercio, più della metà dei locali potenzialmente disponibili sono rimasti chiusi. Privi di spazi all’aperto e delle disponibilità della clientela. Il ritorno al chiuso (scaglionato tra le regioni tra il 1° e il 7 giugno) segnerà quasi certamente un ritorno graduale alla vita normale, precedente la pandemia. La ripresa si allargherà dai grandi centri, in particolare per la parte serale, con i locali al chiuso disponibili oltre la mezzanotte (finalmente !) sino ai locali delle due Riviere che hanno sempre lavorato nelle ore serali.
Ma ci sarà anche un allegra ripresa nei bar degli aperitivi e nelle pizzerie, anche in funzione d’un flusso turistico atteso con particolare stato emozionale in una regione come la Liguria che ha subito un danno pesantissimo con il blocco del turismo, sia nella stagione invernale, sia nella stagione estiva. Ci sono infatti molti dubbi su quanti locali di ogni genere e di ogni livello saranno in grado di riaprire, per non parlare della perdita dei posti di lavoro. Siamo alla vigilia d’una scommessa che coinvolgerà la tranche di stagione turistica nei mesi di luglio e di agosto con tutti i punti interrogativi sulle presenze non solo di italiani ma soprattutto di stranieri (che sono il grande dubbio in proposito) nelle nostre località balneari da sempre più frequentate. Ci saranno rischi di assembramenti incontrollati e quindi di possibili riprese della pandemia in autunno come è avvenuto l’anno scorso? E’ questa la grande sfida – negli aspetti positivi e nei rischi – della stagione estiva che si schiude nel volgere delle prossime settimane.
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