Uva e fotovoltaico: a Piacenza il vigneto che produce vino ed energia solare

di R.S.

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Il cuore del progetto è un piccolo vigneto sperimentale situato nei pressi sede piacentina della Facoltà di Scienze Agrarie della Cattolica

Uva e fotovoltaico: a Piacenza il vigneto che produce vino ed energia solare

Un vigneto che, oltre a produrre uva da vino, genera anche energia elettrica: non si tratta di un’idea futuristica, ma di una sperimentazione concreta già in corso a Piacenza. Lo racconta il quotidiano Libertà, che ha raccolto i dettagli del progetto "Enervitis", portato avanti dalla Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

A illustrare il progetto è il professor Stefano Poni, docente ordinario di viticoltura, che spiega come tutto sia nato da un finanziamento regionale ottenuto circa un anno e mezzo fa, in collaborazione con l’Università di Bologna, partner responsabile della parte relativa alla cantina. A Piacenza, invece, la sperimentazione riguarda il vigneto, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie per l’accumulo e l’utilizzo efficiente dell’energia solare direttamente in campo.

Il cuore del progetto è un piccolo vigneto sperimentale situato presso la Residenza Gasparini, adiacente alla sede piacentina della Facoltà. Qui sono stati allestiti quattro filari lunghi circa 60 metri, coltivati con varietà tipiche come Barbera, Ortrugo, Malvasia di Candia aromatica e Cabernet Sauvignon. Nell’estate 2024, la ditta i-Pergola ha installato pannelli fotovoltaici sollevati a tre metri da terra, capaci di creare ombreggiamento parziale variabile durante la giornata.

«L’obiettivo principale – spiega Poni – è verificare la fattibilità dell’uso duale del suolo, cioè utilizzare la stessa superficie sia per coltivare la vite che per produrre energia elettrica. L’idea si basa sulla crescente disponibilità di radiazione solare dovuta ai cambiamenti climatici, che oggi risulta superiore al fabbisogno della pianta: un eccesso che può essere parzialmente sfruttato per generare elettricità».

I primi dati raccolti sono incoraggianti: "Le viti si sono dimostrate sorprendentemente adattabili all’ombreggiamento provocato dai pannelli – aggiunge il professore – anche se in alcuni momenti la luce disponibile si riduce quasi della metà". Tuttavia, le condizioni meteorologiche particolarmente piovose dell’estate scorsa non hanno permesso di trarre conclusioni definitive sulla qualità delle uve, motivo per cui la sperimentazione prosegue anche quest’anno.

Secondo Poni, la configurazione ideale sarebbe quella di progettare fin dall’inizio impianto agronomico e struttura fotovoltaica insieme, in modo da ottimizzare entrambe le funzioni. "Nel nostro caso – precisa – abbiamo installato i pannelli su un vigneto già esistente, ma in futuro l’integrazione tra viticoltura e produzione energetica potrebbe diventare parte della progettazione agricola".

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