Una luce sulla decarbonizzazione: perché anche il caffè dipende dalla transizione energetica

di Simone Galdi

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Rapallo al centro del dibattito con il Forum Nazionale sull'Energia: esperti di settore, imprese e ricercatori a confronto

Una luce sulla decarbonizzazione: perché anche il caffè dipende dalla transizione energetica

Suona la sveglia, il telefono è stato in carica per tutta la notte. Accendo la luce sul comodino, mi alzo e vado in cucina. Ancora assonnato, arrivo alla macchinetta del caffè e accendo pure quella. Poi apro il frigo, prendo il latte e lo metto a scaldare nel pentolino sul fornello. Sì, va bene, è la routine di tante e tanti di noi, ma cosa c'entra tutto questo con la transizione energetica?

Tante questioni aperte – Intuitivo rispondere, meno cogliere il significato di tutto ciò che riguarda il processo di decarbonizzazione che coinvolge oggi tutto il mondo. La nostra vita richiede energia, tanta energia: per essere connessi, per lavorare e sfamarsi, per riscaldarsi o divertirsi. Ne serve tanta, d'accordo. Ma quale energia? Quella che ha reso il pianeta sempre meno vivibile, con immissioni di CO₂ nell'atmosfera che sono direttamente riconducibili all'attività umana? Oppure l'energia che si è sviluppata negli ultimi decenni e sta prendendo uno slancio sempre più forte? O ancora, quella che l'Italia ha abbandonato da tempo, ma ciclicamente torna a riproporsi, anche grazie a nuovi modelli tecnologici?

Sopravvivere al blackout – Le domande si sprecano, ma una cosa è chiara a chiunque: senza energia si ferma il pianeta, almeno per la sfera che compete agli esseri umani. Senza energia – lo abbiamo visto anche di recente con il blackout del 28 aprile in Spagna e Portogallo – si fermano attività che diamo per scontate. Senza catastrofi, perché la Penisola Iberica è ancora lì, tutta intera, e ha ripreso in poche ore il normale flusso vitale. Però con danni economici notevoli, disagi piccoli e grandi, incertezze ulteriori in un periodo già fortemente instabile per questioni che i più bravi archiviano sotto la parola "geopolitica".

Oltre l'utopia – Servono risposte, ma per trovarle è necessario sgomberare la mente da preconcetti, andando a cercare pareri autorevoli. Ridurre le emissioni è una necessità, trovare forme di energia alternative ai combustibili fossili è una realtà, schivare l'argomento "mix energetico" una boutade. Per Paesi come l'Italia, poveri di materie prime e sempre alla costante ricerca di una crescita equilibrata, è necessario immaginare un futuro dove non si dipende da una sola fonte disponibile, purché a basso costo. La batosta subita con la guerra della Russia all'Ucraina è già stata sufficiente, l'illusione di avere tanto gas a poco prezzo è ormai caduta.

Un luogo aperto – La seconda edizione del Forum Nazionale sull’Energia, organizzato da Telenord in collaborazione con la testata specialistica “Quotidiano Energia”, proverà ad andare in quella direzione. "Concretizzare il green, oltre l'utopia", il tema scelto per un ampio programma che, il 6 e 7 giugno 2025, presso l’Hotel Excelsior Palace Portofino Coast di Rapallo, riunirà esperti di settore, rappresentanti istituzionali, imprese e ricercatori. Cercando risposte, senza preconcetti. Come abbiamo ripetuto in questi mesi preparatori, con le nostre trasmissioni settimanali e i nostri approfondimenti su Telenord.it, vogliamo accogliere tutti coloro che hanno scelto di partecipare in un luogo aperto. Aperto al confronto e al dialogo, ma lontano da ogni forma di risposta ideologica.

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