Genova onora Coco, Saponara e Deiana, uccisi dalle Brigate Rosse nel primo agguato allo Stato
di Emilie Lara Mougenot
Nel luogo dell’eccidio e tra i banchi del liceo D’Oria, le nuove generazioni incontrano la memoria e il coraggio di chi difese lo Stato
Una corona d’alloro, un gesto semplice che rinnova la memoria. A 49 anni dall’agguato che costò la vita al procuratore generale Francesco Coco e agli agenti della sua scorta, Giovanni Saponara e Antioco Deiana, Genova si è fermata per ricordare.
Un luogo simbolo – In salita Santa Brigida, dove l’8 giugno 1976 le Brigate Rosse colpirono lo Stato nel cuore, istituzioni, familiari e cittadini hanno reso omaggio a chi scelse di non piegarsi al ricatto. L’evento, organizzato dall’Unione Nazionale Mutilati per Servizio, ha visto la partecipazione della sindaca di Genova Silvia Salis e delle massime autorità civili, militari e religiose. Davanti alla targa che ricorda il sacrificio dei tre uomini, un picchetto interforze ha deposto la corona. Poi le parole delle Medaglie d’Oro al Valor Civile, per riaffermare un impegno che ancora oggi interroga il Paese.
Il dovere e il coraggio – “Francesco Coco era una figura centrale della magistratura italiana, un uomo che ha avuto il coraggio di opporsi al ricatto delle Brigate Rosse, mettendo a rischio la propria vita,” ha ricordato il procuratore generale di Genova, Enrico Zucca.
“Questo ci insegna che adempiere con coscienza e onore al proprio dovere può richiedere il massimo sacrificio. Il magistrato, come ci ha insegnato Coco, deve restare fedele alle leggi e alla Costituzione.”
Memoria che vive ogni giorno – Tra i presenti anche Massimo Coco, figlio del magistrato, che ha voluto condividere il senso profondo di questa giornata: “È un ricordo che non si spegne mai, che vive ogni giorno. Ritrovarsi qui ogni anno, anche ripetendo magari le stesse parole, non è mai un rito vuoto. È il modo per trasmettere ai giovani l’orgoglio per ciò che è stato e la consapevolezza di quanto ancora ci sia da custodire.” Il figlio del magistrato ha poi aggiunto con emozione: “Non è un momento di dolore. Il dolore appartiene alla vita di tutti i giorni. Questa invece è una giornata di gioia, perché ci si stringe in un abbraccio collettivo, si scioglie quel dolore nella condivisione.”
I ricordi più intimi – Alla domanda su un pensiero mai espresso pubblicamente, Massimo Coco ha risposto con semplicità: “Ci sono tanti ricordi personali, quelli tra un padre e un figlio. È bello tenerli per sé. Ogni tanto penso: ‘Caro papà, chissà cosa avresti pensato oggi, cosa avresti voluto insegnarmi ancora’. Sono pensieri che fanno parte della vita, ed è giusto conservarli dentro di sé.”
Un gesto che segnò la storia – Francesco Coco, nato a Terralba nel 1908, fu procuratore generale presso la Corte d’Appello di Genova. Durante il sequestro di Mario Sossi, nella primavera del 1974, si oppose fermamente a ogni trattativa con i terroristi. Quella scelta di principio gli costò la vita. Due anni dopo, venne ucciso insieme alla sua scorta. L’attacco fu il primo colpo diretto delle Brigate Rosse contro un alto rappresentante dello Stato.
Memoria e responsabilità – Negli anni, Massimo Coco ha raccontato in un libro la sua esperienza e la necessità di non trasformare la memoria in un rituale vuoto: “Ricordare significa distinguere fra chi ha difeso la legge e chi l’ha combattuta. Significa rispettare il patto che lega i sopravvissuti a chi ha sacrificato tutto per i propri principi. È un dovere verso il passato e verso le nuove generazioni.”
Questa mattina, a Genova, quel patto è stato rinnovato ancora una volta.
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci sul canale Telenord, su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
Condividi:
Altre notizie

Sport, istituzioni e solidarietà: un successo la Cena di Gala dello Yacht Club Tigullio al Covo di Nord Est
21/06/2025
di Anna Li Vigni


La Liguria porta 'i volti del fare' in Giappone: il maxi-schermo 'Ligurians' all'Expo2025 di Osaka
20/06/2025
di Filippo Serio


Carenza d'organico negli asili, sciopero e presidio degli educatori davanti al Comune di Genova
20/06/2025
di Filippo Serio