Tutte le “speranze” di riapertura di ristoranti e bar
di Paolo Lingua
Il maltempo e l’annunciata serie di giorni di pioggia ha indubbiamente danneggiato la riapertura dei bar e ristoranti decisa dal governo la scorsa settimana. In Liguria e in particolare a Genova non sono molti i locali che dispongono di ampi spazi all’aperto. Le strade sono strette e moltissimi locali si affacciano di esigui marciapiedi dove è possibile collocare pochi tavolini o non è possibile in alcun modo. La situazione, per le minacce di pioggia e per l’orario molto ristretto della cena, è assai più difficile alla sera. Il potenziale di riapertura nazionale, annunciato per il 45% dei locali, a Genova e in Liguria è molto più basso. E questo spiega, se non in alcuni casi specifici in particolare nei maggiori centri urbani, il basso indice di presenza della clientela. Sono in molti i titolari dei locali che hanno preferito non riaprire.
Si tratta di una realtà che è di fatto sotto i nostri occhi e che crea alle istituzioni locali non pochi imbarazzi. Si era infatti puntato alle riaperture nella speranza di poter consentire una circolazione di lavoro e di affari dopo mesi di chiusure e di crisi. Molti locali infatti, in particolare i più piccoli, non sono sicuri di poter riaprire di riprendere una normale attività. I danni economici sono stati troppo ingenti. D’altro canto, a livello governativo e con l’assenso, sia pure più subito che voluto, delle regioni si è optati per una riapertura con molti freni e molti limiti perché la diffusione del Covid – 19 non offre ancora precise garanzie. Ci sono piccole flessioni, c’è in media una diminuzione nei ricoveri ospedaliere, ma sono ancora molto alti gli indici di infezione e si temono le variabili che si manifestano con frequenza, basti pensare a quella indiana che è presente in questi giorni. La miglior alleate di bar, pizzerie e ristoranti resta comunque la corsa alle vaccinazioni nella speranza di arrivi massicci – come annunciato tutti i giorni – di imponenti dosi di vaccino.
Le riaperture con dilazioni serali e con la possibilità di tornare all’interno dei locali (visto che in questo periodo la meteorologia ci è avversa) dipenderà all’aumento delle temperature e dalla scomparsa delle piogge. Per il momento le prossime due settimane sembrano destinate a segnare il passo a tutti i livelli con gli occhi della cittadinanza catalizzati dai dati relativi all’andamento della pandemia. L’appuntamento dal quale potrebbe derivare un cambio di passo è ormai fissato tra quindici giorni. Solo allora si potrà capire se siano possibili una estensione delle possibilità di movimento notturno (alle 23 o alle 24) o, addirittura, il permesso di mangiare e bere all’interno d’un locale, sia pure con tutte le cautele e i controlli possibili. Il punto interrogativo resta, anche perché ci sono non pochi dubbi da parte dei vertici nazionali della sanità e della ricerca. Ci sono infatti pressioni, anche irrazionali, che spingono la popolazione ai raggruppamenti esterni con poco controllo a volte al limite dell’incoscienza. E sono i comportamenti che poi hanno causato, anche l’anno scorso, i ritorni pesanti della pandemia.
Per questo si vive in un clima di attesa mentre i titolari dei locali scalpitano perché attendono oltre alla ripresa ordinaria anche la curva di crescita stagionale legata fisiologicamente al turismo. Il ritorno delle presenze della clientela anche all’interno dei locali e il prolungamento delle aperture reale di un’ora o due consentirebbero certamente un segnale di taglio completamente diverso, ma questo fenomeno potrà realizzarsi solo quando sarà molto più alta la percentuale della popolazione vaccinata. Ma solo di dati concreti possono dare un via libera concesso in piena responsabilità. Solo in questo senso è sensato muoversi ed è soltanto demagogico fare delle riaperture alla cieca un messaggio politico alla ricerca di consenso elettorale in vista di una doppia stagione (autunno di quest’anno e primavera del prossimo) di urne aperte per le amministrative che pure coinvolgeranno molti importanti capoluoghi di regione. Andiampo perciò avanti a piccoli passi con una mano al termometro e un occhio alle nuvole.
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