Tutte le ipotesi sui vaccini

di Paolo Lingua

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Tutte le ipotesi sui vaccini

Sulla pratica dei vaccini si oscilla tra un po’ di confusione e slogan di ottimismo. Anche questo è un fenomeno tutto italiano e forse occorre rassegnarsi ana queste oscillazioni in attesa d’una chiarificazione sulla distribuzione e sull’applicazione dei diversi tipi di vaccini alla popolazione. Secondo le ultime dichiarazioni del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri per la fine di marzo dovrebbero essere vaccinati 7 milioni di italiani: una cifra che è ancora lontana dagli obiettivi di far scendere in maniera vistosa gli indici di infezione, considerato che l’Italia ha 60 milioni di abitanti. In effetti, lo ammette lo stesso Arcuri, avremmo dovuto avere entro la stessa data 28 milioni di dosi e invece ne disporremo, più o meno della metà.  

Si punta, sul piano preferenziale, a vaccinare tutti coloro che operano nel campo della sanità cui vanno aggiunti agenti di polizia e docenti delle scuole. Al tempo stesso dovrebbero decollare le vaccinazioni di tutti cloro che hanno più di 80 anni di età. Per la popolazione al di sopra dei 55 anni  (o i 65 : ma questa distinzione sinora non è chiara a nessun livello) si dovrebbe decollare a partire da aprile e andare avanti sino alla fine di giugno. Ma anche  in questo caso non mancano i dubbi perché non sappiamo ancora se le  aziende farmaceutiche produttive saranno in grado di recuperare  i ritardi che sono emersi nelle ultime settimane.

In linea di massima, salvo contraddizioni che non sono da escludere, i vaccini Pfizer e Moderna, che per il momento sono valutati dai centri di controllo sanitari più rigorosi, possono essere distribuiti a tutti gli stradi della popolazione e in particolare alle fasce superiori agli 80 anni, considerati i margini di sicurezza ottenuti nel corso delle prove sperimentali. Più complessa appare l’applicazione degli AstraZeneca che dovrebbero essere applicati a coloro i quali sono compresi tra i 18 e i 55 anni, perché per i più anziani, anche per limiti di sperimentazione, non si hanno per il momento dati sicuri sulla percentuale di efficacia. Una tesi che è in parte confutata dal professor Bassetti di San Martino che afferma che gli AstraZeneca possono essere usati anche per chi ha più di 55 anni.

E’ in corso, visti i ritardi delle imprese farmaceutiche rispetto agli impegni precedenti, una discussione, a che a livello scientifico, sull’impiego del vaccino Sputnik  della Russia, anche questa una ipotesi che è giudicata positivamente dallo stesso prof. Bassetti, secondo il quale il prodotto è di massima sicurezza e  che ha già dato ottimi esiti. Potrebbero dunque decollare, nei prossimi mesi, ordinazioni dello Sputnik, ovviamente sulla base delle decisioni dei vertici sanitari e in coerenza con le disposizioni del potenziale nuovo governo (sempre che Draghi concluda positivamente le trattive in corso). Gli interrogativi che sorgono  a questo punto riguardano l’organizzazione riguardo all’applicazione e alla pratica dei vaccini (ce ne sono che vanno erogati in due fasi e altri con una sola applicazione).

Il vero interrogativo riguarda i tempi e le modificazioni che si potranno verificare nella società. Per avere degli effetti sulla condizione generale riguardo alla diffusione dei contagi si dovrà arrivare, come minimo, alla distribuzione di venti milioni di vaccini, ovvero un terzo della popolazione italiana. Sino0 a quel momento, nonostante le polemiche ne le proteste, avremo ancora il nostro Paese diviso in zone gialle, arancioni ne rosse con limiti, divieti e blocchi di spostamenti da regione a regione e anche da comune a comune.

E’ ormai dimostrato che un allentamento dei controlli provoca un rialzo dei contagi. L’estate scorsa ne è stato l’esempio più drammatico, anche perché ci sono fasce della popolazione che non resistono al muoversi senza autodisciplina. Nelle migliore delle ipotesi ci avvieremo verso il ritorno alla normalità solo verso la fine dell’autunno con strascichi sino alla primavera del 2022. E’ un destino inesorabile al quale dovremo saperci adattare ed essere pronti tra sei mesi alla ripresa della produzione e al rilancio dell’economia. Ma, a questo punto, questa sarà la grande prova mdi mario Draghi se riuscirà a costituire un governo efficiente e di alto profilo.