Trentuno anni fa la strage di Capaci, il presidente della Repubblica Mattarella: "La mafia è un cancro, ma non è invincibile"

di Filippo Serio

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Questa mattina i membri del Consiglio regionale della Liguria ha osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime

Trentuno anni fa la strage di Capaci, il presidente della Repubblica Mattarella: "La mafia è un cancro, ma non è invincibile"

Il 23 maggio del 1992 l'Italia visse la tragedia della strage di Capaci, l'attentato terroristico di stampo mafioso che portò alla morte del magistrato antimafia Giovanni Falcone. Alle 17.57 membri di Cosa Nostra fecero esplodere un tratto di autostrada A29 mentre vi transitava sopra il corteo della scorta con a bordo il giudice, la moglie e alcuni agenti di Polizia, sistemati in tre Fiat Croma blindate. Oltre al giudice, morirono altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Vi furono in totale 23 feriti,

In occasione dell'anniversario il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rilasciato questo messaggio: "Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità"

"Il 23 maggio di trentuno anni fa - continua il capo dello Stato - lo stragismo mafioso sferrò contro lo Stato democratico un nuovo attacco feroce e sanguinario. Con Giovanni Falcone persero la vita sua moglie Francesca Morvillo , magistrata di valore, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, che lo tutelavano con impegno. Una strage, quella di Capaci, che proseguì, poche settimane dopo, con un altro devastante attentato, in via D’Amelio a Palermo, nel quale morì Paolo Borsellino, con Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. A questi testimoni della legalità della Repubblica, allo strazio delle loro famiglie, al dolore di chi allora perse un amico, un maestro, un punto di riferimento, sono rivolti i primi pensieri nel giorno della memoria. Quegli eventi sono iscritti per sempre nella storia della Repubblica. Si accompagna il senso di vicinanza e riconoscenza verso quanti hanno combattuto la mafia infliggendole sconfitte irrevocabili, dimostrando che liberarsi dal ricatto è possibile, promuovendo una reazione civile che ha consentito alla comunità di ritrovare fiducia.I criminali mafiosi pensavano di piegare le istituzioni, di rendere il popolo suddito di un infame potere. La Repubblica seppe reagire con rigore e giustizia. La mafia li ha uccisi ma è sorta una mobilitazione delle coscienze, che ha attivato un forte senso di cittadinanza. Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile, la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un’etica condivisa».

Nella seduta odierna del Consiglio Regionale della Liguria, la Giunta e i consiglieri presenti hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della strage.