Traverso: "Psa-Sech? Oggi conta chi fa impresa, che sia forte e regga la concorrenza"
di Paolo Lingua
E sulla vicenda coronavirus il segretario Cisl Marittimi parla di "psicosi eccessiva"
Per Davide Traverso, segretario Cisl marittimi, la questione del “monopolio” che si formerebbe in porto con la fusione tra Psa e Sech è complessa e non è facile esprimere un giudizio netto. “Certo, c’è in corso una legge in via di approvazione e occorrerà valutarla dopo il voto. Di per sé, sulla base dell’assetto economico che oggi si impone non è facile giudicare i presunti monopoli”.
Traverso fa un esempio non trascurabile nell’assetto portuale genovese: ”Noi abbiamo una compagnia armatoriale come la MSC che è di fatto un monopolio: ha acquisito prima Grandi Navi Veloci, poi, di fatto anche il gruppo Messina. Però questa realtà incrementa i traffici e crea lavoro con una filiera positiva”. Ovviamente, fa notare Davide Traverso, non è tutto oro quello che luccica, ma l’impresa che sorgerà tra Sech e Psa potrebbe avere effetti positivi. “Oggi è importante che chi fa impresa – dice Traverso – sia forte e sia in grado di reggere la concorrenza estera. Oggi per i piccoli imprenditori non sempre è facile muoversi”.
Ad avviso del dirigente sindacale possono però essere intervenuti, nello svolgimento della prassi burocratica d’una fusione non ancora compiuta degli errori o delle interpretazioni contraddittorie delle leggi esistenti. “occorrerà aspettare la nuova legge per capire meglio”.
E sulla vicenda del Corona-virus, Traverso pensa anche all'effetto di una “psicosi collettiva”. A suo avviso il virus di fatto “è già circoscritto” e le reazioni e i blocchi siano stati “eccessivi”. Poi osserva :”Comunque a questo punto appare inevitabile un rallentamento dei traffici con danni inevitabili per tutto lo shipping e gli affari mondiali”. Traverso ritiene che ormai deve “essere superato il blocco”.
Il vero danno, a suo avviso, non riguarda specificamente le merci in arrivo che sono già in viaggio, ma piuttosto il fermo di molte fabbriche. “Ritengo che se le fabbriche bloccano la produzione gli effetti del calo degli scambi si avvertiranno per molti mesi prima che sia possibile capovolgere un flusso negativo. “Comunque dovremo attendere ancora – conclude – un paio di mesi per capire quello che potrà accadere nel sistema del transito mondiale”.
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