Riconosciuta da tutta la filiera portuale genovese la gravità degli extra costi sostenuti dall’autotrasporto, derivanti dalle continue congestioni camionistiche causate dai ritardi operativi del sistema.
Un passo avanti, verso la condivisione di misure che consentano alla parte più debole, l’autotrasporto, di sopravvivere. Questo il risultato dell’incontro svoltosi a Palazzo San Giorgio (sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale), nel quale, dati alla mano, è emersa l’emergenza derivante dalla congestione camionistica ai varchi, nei terminal e più in generale in porto ma anche da una difficoltà organizzativa ormai cronica complicata da picchi di arrivi nave, schedule nave sempre in ritardo, picchi di arrivi ai gate portuali, interruzioni del sistema telematico. E i responsabili dell’AdSP hanno confermato l’urgente necessità di eliminare i blocchi operativi soprattutto dei camion che stanno pagando un prezzo ormai insostenibile dei disservizi.Tutto il cluster portuale (Compagnie marittime, Spedizionieri, Terminal) ha condiviso l’analisi sull’oggettiva gravità degli extra costi che le Imprese di autotrasporto stanno sostenendo e quindi la necessità di intervenire urgentemente sul modello complessivo portuale, in primis per garantire il flusso regolare dei traffici camionistici e di servizio alla merce. A questo fine l’Autorità Portuale si è impegnata a convocare a breve tutte le categorie per tracciare un percorso verso questo obiettivo.
Per parte loro le Associazioni rappresentative dell’autotrasporto (Trasportounito, Aliai, Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap, Lega Cooperative) hanno confermato che le imprese di settore, ormai allo stremo, hanno avviato l’iter per l’applicazione della congestion fee, invitando l’intera comunità al senso di responsabilità per difendere la sostenibilità economica dei trasporti regolari, quindi l’economia portuale. L’alternativa a una misura che garantisca la sopravvivenza del settore – hanno sottolineato – sarebbe il fermo delle macchine e il rifiuto di effettuare i servizi di trasporto sottocosto favorendo l’irregolarità. In un’ottica in cui proprio la Comunità Portuale non può e non deve permettersi di generare il collasso del sistema imprenditoriale del trasporto su strada.