Trasporto pubblico, Gulli: "Da marzo ad oggi non si è fatto abbastanza"

di Redazione

"I bus in circolazione sono rimasti gli stessi ma con minore capienza si deve garantire il diritto di muoversi alle persone"

Trasporto pubblico, Gulli: "Da marzo ad oggi non si è fatto abbastanza"

Uno dei settori che più di altri ha sofferto l'impatto della pandemia, sia nella prima che nella seconda ondata, è sicuramente quello del trasporto pubblico. Fra capienze ridotte per limitare il rischio del contagio, aumento dei costi di gestione dovuti alle necessarie sanificazioni e il ricorso a smartworking e didattica a distanza che, inevitabilmente, riduce la platea di utenti, i bilanci delle aziende piangono lacrime amare e, di conseguenza, cresce il timore per il futuro dei lavoratori.  

"In questo momento - spiega Roberto Gulli, segretario generale di Uiltrasporti - siamo tornati indietro con ridimensionamento dei posti disponibili al 50% della capienza. E' come tornare indietro nel tempo ma noi lamentiamo il fatto che da marzo ad oggi la situazione è rimasta invariata. I mezzi che circolano non sono in numero maggiore. Anche quello agli spostamenti è un diritto fondamentale, tanto quanto quello alla salute, ma non è stato fatto quello che serviva per tutelarlo. Visto che i mezzi devono essere riempiti solo a metà, è necessario che ce ne siano di più per permettere alle persone di spostarsi”.

“I lavoratori del trasporto pubblico - aggiunge - stanno dimostrando grande disponibilità per far sì che il servizio sia funzionale alle esigenze degli utenti ma è ovvio che siamo preoccupati per il loro futuro visto che i bilanci delle aziende sentono il peso del crollo della bigliettazione. Sappiamo che il governo ha stanziato somme importanti ma ancora non le vediamo arrivare sul territorio”.