Carige, una storia ancora tutta di speranze e incertezze
di Fabio Canessa
3 min, 9 sec
Il Punto di Paolo Lingua
Malacalza Investimenti ha rotto stasera poco prima delle 19 il lungo silenzio sulla complicata e tormentata vicenda della Carige, di cui è, con il suo 27,5% del pacchetto azionario, l’azionista di riferimento. E lo ha fatto con parole per molti aspetti rasserenanti e che fanno sperare per uno sviluppo (per ora) e per un percorso in direzione di una soluzione positiva d’una situazione critica che ha portato la Bce a imporre il commissariamento – si spera provvisorio – dell’istituto di credito ligure.
In un breve comunicato da parte dei Malacalza si precisano e si confermano le valutazioni e i giudizi che nel corso dell’Assemblea degli azionisti hanno portato il gruppo a dire di “no” alla proposta di aumento del capitale (attorno ai 400 milioni dei quali però circa 120 sarebbero proprio a carico dei Malacalza). Si precisa che non c’è una ostilità preventiva e prevenuta all’aumento del capitale ma si desidera avere la conoscenza piena e approfondita del piano industriale che, obiettivamente, il consiglio d’amministrazione, nella stessa sede dell’assemblea ha ammesso di non aver fatto in tempo a mettere a punto. Le scelte dell’azionista di riferimento verranno in conseguenza della documentazione acquisita.
Va detto che, leggendo tra le righe del comunicato, non si colgono elementi di dichiarata ostilità o di prevenzione. C’è solo una prudente attesa, frutto di delusioni precedenti. I consigli d’amministrazione che si sono succeduti vorticosamente in quattro anni hanno sempre richiesto e ottenuto aumenti di capitale agli azionisti, ma nessuno ha rimediato alla falle frutto di precedenti errori o scelte infelici. Il comunicato termina con un riferimento di solidarietà al territorio dove opera la banca (la Liguria) nonché agli azionisti, ai risparmiatori, ai correntisti e ai dipendenti. E si ricorda lo sforzo e l’impegno di Malacalza Investimenti e d’una prospettiva di una azione continuata e coerente in “piena trasparenza e chiarezza”.
In sostanza non c’è nulla di nuovo rispetto a quanto dichiarato ed espresso pubblicamente in assemblea e anche in molte occasioni pubbliche precedenti. Ma il comunicato che ha infranto un preoccupante silenzio degli ultimi tre giorni ha un significato psicologico evidente sull’opinione pubblica significa: "Non abbandoniamo la barca che naviga in tempesta, non lasciamo la rotta, ma vogliamo solo essere sicuri del nostro percorso e dell’obiettivo che vogliamo raggiungere”.
Nessuna avvisaglia di scontro, nessuna ostilità, ma il desiderio di marciare tutti insieme in un clima di informazione reciproca e di trasparenza. Una rassicurazione che va diritta anche ai palazzi della Bce e a tutte le autorità di vigilanza. Forse un trattenuto sospiro di sollievo che tanti timori che si sono levati attorno alla travagliata Carige. Il che significa che se il piano industriale soddisferà la Malacalza Investimenti si arriverà al sospirato aumento di capitale e al recupero della fiducia dei piccoli azionisti e di tutto l’universo che ruota attorno alla banca che fa parte, non va dimenticato, della storia di Genova e del territorio e che è stata protagonista, soprattutto nel secondo dopoguerra, della ripresa economica del territorio, in tutti i settori, e che ha segnato un singolare rapporto di collaborazione tra la politica e il mondo imprenditoriale pubblico e privato.
Non ci sono allusioni nel breve testo di oggi, ma era più che prevedibile, a possibili tentativi di Opa e neppure alle ipotesi di aggregazioni con partner bancari e finanziari più forti. Da parte dei Malacalza queste prospettive non sono mai state affrontate pubblicamente, anche se sono in molti a ritenere che esistano, nel riserbo tradizionale dell’agire della famiglia di imprenditori, delle ipotesi che molto probabilmente potrebbero emergere solo dopo l’atteso e sospirato risanamento.
I prossimi tre mesi saranno determinanti per risolvere i problemi ancora appesi a fragili fili e per tornare, come tutti sperano, alla normalità di gestione. Ma questa è ancora una storia tutta da scrivere.
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