Toyota e Airbus scommettono sull’idrogeno, ma restano dubbi su emissioni e costi
di Simone Galdi
Nuovi progetti per camion e aerei a celle a combustibile puntano su un futuro green, ma l’idrogeno pulito resta una rarità

Toyota e Airbus annunciano nuovi progetti basati sull’uso dell’idrogeno come carburante per il trasporto pesante e l’aviazione. Come nota in un suo recente articolo Michael Barnard su CleanTechnica, i dettagli tecnici e la reale sostenibilità ambientale dei programmi lasciano però molte domande aperte.
Magia tecnologica – L’idrogeno è da anni al centro di una narrazione tecnologica che affascina per il suo potenziale: emissioni nulle allo scarico e prestazioni paragonabili a quelle dei motori tradizionali. Tuttavia, secondo Barnard, per renderlo davvero sostenibile servono fonti rinnovabili per la sua produzione e costi molto più bassi di quelli attuali. Altrimenti, si tratta solo di una forma di realismo magico, una sospensione dell’incredulità più adatta alla narrativa che all’ingegneria.
Annuncio Toyota – Il 19 giugno 2025, Toyota Motor Europe ha comunicato l’avvio di un progetto pilota in collaborazione con VDL Group: quattro camion da 40 tonnellate alimentati da celle a combustibile stanno trasportando merci tra terminali in Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi. “Il camion a celle a combustibile offre prestazioni simili a quelle di un diesel, ma con zero emissioni allo scarico”, afferma l’azienda. L’autonomia dichiarata è di 400 chilometri con un pieno di idrogeno.
Emissioni indirette – Nella nota stampa, Toyota specifica che per “zero emissioni allo scarico” si intende l’assenza di gas serra emessi dal tubo di scarico. Tuttavia, le emissioni possono comunque verificarsi in altre fasi del ciclo di vita del veicolo, inclusa la produzione dell’idrogeno. Solo se quest’ultimo è generato con elettricità da fonti rinnovabili – ad esempio tramite l’idroelettrico in Norvegia – si può parlare di idrogeno “verde”.
Dati mancanti – Secondo il sito Electrive, Toyota non ha fornito informazioni tecniche dettagliate sui camion VDL, come la potenza effettiva del motore elettrico, la capacità della batteria tampone o le specifiche dei serbatoi di idrogeno. L’azienda dispone di moduli a celle a combustibile da 60 e 80 kW, ma servirebbero almeno due unità per alimentare un veicolo pesante. Il programma è parte di un test quinquennale in vista dell’obiettivo Toyota di azzerare le emissioni entro il 2040.
Progetto Airbus-MTU – Un giorno prima, il 18 giugno 2025, Airbus e MTU Aero Engines hanno firmato un memorandum d’intesa per accelerare lo sviluppo di motori a celle a combustibile per l’aviazione. L’obiettivo è creare i blocchi tecnologici di base, armonizzare le roadmap aziendali e, infine, sviluppare un vero e proprio motore per aerei a idrogeno.
Visione condivisa – “La collaborazione con MTU ci permette di unire le competenze e velocizzare la maturazione delle tecnologie critiche”, ha dichiarato Bruno Fichefeux, responsabile dei programmi futuri di Airbus. MTU ha aggiunto che il primo utilizzo commerciale potrebbe avvenire con voli a corto raggio entro il 2035. Airbus intende anche promuovere un’economia dell’idrogeno aeronautico e un quadro normativo adeguato.
Prospettive – Entrambi gli annunci riflettono una volontà industriale di investire sull’idrogeno per la decarbonizzazione del trasporto. Tuttavia, come nota CleanTechnica, restano aperte questioni fondamentali su fattibilità economica, reale impatto ambientale e tempistiche concrete. In un contesto dove le politiche climatiche sono sotto pressione, il rischio di greenwashing è sempre dietro l’angolo.
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